Villar Perosa: «Mi ha ferito a colpi di zappa nel dehors del bar»
«Te l'avevo promesso». Avrebbe detto solo questo l'aggressore, tra il primo colpo di zappa assestato alla testa e il secondo, che ha colpito il bersaglio alla schiena. È accaduto lunedì mattina attorno alle 10 nel dehors del Caffè del Corso di via Nazionale, a Villar Perosa. Vittima, un professionista di 49 anni, Piero Poetto, amministratore di numerosi condomini, compreso quello dove abita l'uomo di 73 anni di Villar Perosa che, secondo il suo racconto, lo ha colpito alle spalle.È proprio Poetto a raccontare la sua versione dei fatti: «Stavo seduto a prendere il caffè quando ho sentito un colpo fortissimo, sordo. Subito non ho capito, ho creduto che mi fosse caduto in testa il balcone. Mi sono alzato ed è arrivato il secondo colpo. Sembrava una zappetta da orto». Risultato: due buchi sulla testa e due nella schiena, causati probabilmente dalle due punte posteriori del piccolo attrezzo.
«Mi sono alzato - prosegue l'amministratore - e ho preso una sedia per farmi scudo. Ma poi mi sono toccato in testa, ho sentito molle e ho visto molto sangue, mi sono spaventato e mi sono allontanato».
Da solo attraverserà via Nazionale e arriverà fino alla vicina caserma dei Carabinieri. «In quel momento c'era solo il piantone, che ha chiamato il 118. Nessuno è andato subito a cercare l'aggressore. E pare che nessuno dei presenti al bar abbia composto il 112. Intanto due persone si sono fermate per assistermi e mi hanno dato qualcosa per tamponare il sangue mentre arrivava l'ambulanza».
Il sanguinamento alla testa era abbondante ma per fortuna non era sintomo di lesioni gravissime. Dieci giorni la prognosi stabilita dal medico del pronto soccorso di Pinerolo. Uno dei buchi in testa ha richiesto la sutura. «A me faceva ancora più male la schiena, ma lì hanno scelto di non cucire per facilitare la fuoriuscita di siero dalle ferite».
Sui motivi dell'aggressione l'amministratore dice la sua: «Lui mi aveva già minacciato un anno fa. È convinto che io abbia avuto un incontro con sua moglie, più giovane di lui. Io per mia fortuna non ho mai avuto bisogno di andare con le moglie degli altri e non l'ho mai fatto, ma lui ne era ossessionato. Avevo anche avvertito i Carabinieri di questa faccenda». Nei mesi successivi la situazione pareva rientrata. «Dopo essersi espresso contro la mia riconferma in assemblea - racconta ancora Poetto - non è successo altro. È anche venuto in ufficio a portarmi alcuni documenti».
Tutto tranquillo, fino all'epilogo di lunedì. Dopo la dimissione dal Pronto soccorso, nel pomeriggio, l'amministratore è tornato in caserma a Villar Perosa, dove gli viene chiesto di ritornare il giorno dopo per formalizzare la querela nei confronti del pensionato: «Il verbale parla di lesioni personali - conclude Poetto - ma secondo me il gesto era premeditato. Avrebbe potuto uccidermi». La questione finirà con ogni probabilità davanti a un giudice, al quale il 73enne dovrà spiegare la propria versione.
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Paola Molino