Tigri, il fratello della vittima denuncia: «Omissione di atti d'ufficio»

Giovedì 19 Settembre 2013 - 16:20

«La famiglia vuole sapere se ci siano state responsabilità, ritardi od omissioni. Quest'uomo si poteva salvare?». A chiederlo è l'avvocato Luca Calabrò del foro di Torino (nella foto), nominato difensore di fiducia da Fausto Laggiard, fratello di Mauro, ucciso il 2 luglio scorso da una delle dieci tigri che custodiva  a Pinerolo insieme alla ex moglie Carla Agosteo.  Il 4 settembre il legale torinese ha depositato alla Procura della Repubblica di Pinerolo una denuncia verso ignoti per omissione di atti d'ufficio, con la morte come conseguenza.

«L'operazione di sgombero - sostiene il legale - anche se costosa e difficoltosa, andava fatta prima». Per dimostrarlo, fa riferimento proprio all'ordinanza con la quale il sindaco di Pinerolo Eugenio Buttiero, il 9 luglio, prese in mano la situazione e fece eseguire lo sgombero degli undici grandi felini, trasportati in tre differenti zoo safari in Italia con la supervisione del Corpo forestale dello Stato e la partecipazione di numerosi enti.

«L'ordinanza stessa è estremamente chiara - aggiunge l'avvocato - si sapeva della situazione di pericolo per la sicurezza pubblica da molto tempo, quanto meno dalla precedente aggressione, avvenuta nel 2009. Eppure si è agito per trasferire le tigri e il leopardo solo quattro anni dopo, in seguito al grave episodio in cui Mauro Laggiard ha perso la vita». Un provvedimento definito «tardivo e inefficace». «Dal tenore dell'ordinanza - si legge ancora nella denuncia-querela - è emerso che né le strutture né tantomeno i coniugi fossero idonei alla cura e alla gestione dei felini».

Mauro Laggiard, 72 anni, fu aggredito dall'enorme esemplare maschio Samir mentre lo faceva uscire dal box per condurlo alla vasca dove le tigri si bagnavano ogni giorno. La tigre stessa è poi morta in Puglia il 27 luglio, nel parco di Fasano, dove era stata trasferita l'11 insieme alla femmina Tara. Gli altri esemplari sono ospitati a Pombia e Ravenna.

l.p.
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Paola Molino