Pinerolo: la stessa tigre lo aggredì quattro anni fa

Mercoledì 3 Luglio 2013 - 18:42

Carla Agosteo vive in costante contatto con le sue tigri. Le ama e se ne prende cura ogni giorno da una vita. Lo ha sempre fatto insieme al marito Mauro Laggiard, che ieri è stato ucciso da uno dei suoi animali. Un maschio, Samir, di sei anni. Lo stesso che lo aveva già gravemente ferito nel dicembre 2009, costringendolo a un lungo ricovero al Cto.

L'aggressione è avvenuta nelle gabbie dove vivono le dieci tigri, di cui cinque nate nel settembre dello scorso anno e nel frattempo già molto cresciute. L'undicesimo animale è un leopardo, un'esemplare anziano che ha più di vent'anni. I due coniugi stavano facendo uscire gli animali verso lo spazio più grande dove vengono nutriti. Lei ha spiegato di aver avvertito il marito di non entrare nella gabbia, perché Samir aveva un atteggiamento anomalo. E con gli esemplari maschi il marito ha sempre avuto un rapporto più difficile. Purtroppo non si sbagliava. L'uomo è stato azzannato, mentre gli altri animali uscivano dalle loro gabbie. La moglie ha tentato di allontanare la tigre lanciando del cibo. Ma tutto è stato inutile. Erano le 17,30 circa. E prima di chiamare i soccorsi, due ore e mezza dopo, la donna ha ricondotto le tigri nelle loro gabbie.

Già ai tempi della eccezionale cucciolata il Comune di Pinerolo (dove sorgono le gabbie, appena oltre il confine con San Pietro Val Lemina) e gli enti preposti avevano inziato a porre le questioni della gestione di undici grandi felini esotici e della sicurezza dei cittadini in caso di evenutali problemi. La signora Agosteo ha sempre risposto: «Gli animali sono miei e ne faccio quello che voglio».

Già molto prima, quattro anni fa, quanso ha chiuso il parco ornitologico, il proprietario del terreno Giorgio Martinat ha chiesto alla coppia di portare via gli animali: «Ho disdettato la scrittura privata che avevano fatto con mio padre - ribadisce Martinat, mentre viagga verso Roma per partecipare domani a Uno Mattina - quindi ritengo che la signora sia lì abusivamente. Mi risulta che gli animali avrebbero dovuto essere trasferiti ma si è verificata una situazione kafkiana per cui magari qualcuno trova una soluzione a qualcun altro la blocca. Spero che si riesca in qualche modo a risolvere al più presto». Il destino degli animali è legato alle decisioni della magistratura. Il fascicolo sull'incidente è affidato al sostituto procuratore di Pinerolo Chiara Maina.

Nel parco, chiuso al pubblico da quattro anni, ci sono ancora circa 150 pappagalli, quattro gru e alcuni fenicotteri: «Mi hanno riferito di notizie di stampa per cui sarebbero in cattive condizioni. Mi riservo di querelare chiunque lo sostenga e affermi cose calunniose sul mio conto», aggiunge Martinat.

l.p.
Foto di Dario Costantino
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