Quando sentivamo il profumo di Natale
Decine di migliaia di pinerolesi per novant'anni da ottobre cominciavano a sentire odore o profumo di Natale. Era la Galup che iniziava la produzione. Tre o quattrocentomila panettoni in neppure due mesi per rispondere alle richieste di clienti grandi e piccoli.
Questo accadeva ieri. Accadrà ancora domani?
Il punto interrogativo è d'obbligo, considerate le recenti, sfortunate vicende della Galup che ufficialmente, il 1º ottobre, ha chiuso i battenti. Non ci sono soldi per i fornitori, i conti in rosso per una somma di errori gestionali, le banche che chiudono i rubinetti. Resta la qualità, il profumo di un panettone basso con quella famosa glassa alle nocciole di Langhe che aveva reso celebre il Galup di monsù Ferrua. Ed è forse questo lo spirito che ha animato decine di pinerolesi che domenica sera, un'ora prima dello stop ufficiale dell'azienda, si accalcavano ancora nel negozio di via Fenestrelle per portarsi a casa un dolce ricordo dell'ultima infornata.
Forse c'è anche l'interesse, nei prossimi mesi, per acquistare marchio e attrezzature. Ma questa sarà un'altra storia. Potrebbe restare Galup solo un nome, non legato a questa nostra terra.
Tranne che l'intraprendenza, mista al coraggio, di qualche imprenditore, già nelle prossime settimane, almeno per salvare questa stagione, rimetta in attività i forni, riassorba un po' di personale che dal 1º ottobre è in mobilità, per farci risentire il profumo del panettone.
Sarebbe un piccolo segnale che Pinerolo qualche "pezzo" tenta almeno di salvarlo, considerato che adesso vogliono portarci via anche il Nizza Cavalleria. (approfondimenti nell'edizione in edicola)
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Paola Molino