Umberto Riva, un pinerolese a Hollywood
C'erano una volta i bugia nen. Poi dev'essere successo qualcosa che ha modificato geneticamente i Pinerolesi i quali, muniti di nuovi entusiasmi, hanno preso a muoversi nel mondo, conquistandolo. Televisione, teatro, danza e anche cinema, quello con la lettera maiuscola. Quello made in Hollywood.
In questi giorni al Festival internazionale del cinema di Cannes c'è un cortometraggio (30 minuti), una produzione americana che vede protagonista un pinerolese doc: Umberto Riva. Ventiquattro anni, figlio di una nota famiglia pinerolese, Umberto è protagonista di "Tell my heart how" di Albert Harfeld.
Bella la sua storia, segnata da entusiasmo e talento. Fino a 20 anni un percorso come tanti: studente universitario poco convinto e poi un lavoretto a Milano: «Ma entrambe le cose non mi convincevano, ero affascinato da tante alternative, molte professioni: sceglierne una non era mica facile!». Giusto, meglio scegliere quella che permette di essere "tanti", di entrare nella psiche del poliziotto e poi del criminale, del giovane border line e del suo contrario. Cioè, meglio fare l'attore. «Ho preso la cosa molto seriamente, volevo una buona scuola di recitazione», e dopo alcune settimane di ricerca e ponderazione Umberto Riva non ha dubbi e sceglie tra il meglio: The american Academy of dramatic Arts, the place to be!
La più antica scuola di recitazione americana con sedi a New York e a Los Angeles, da cui sono usciti alcuni tra i nomi più prestigiosi del cinema mondiale.
C'era un problema: la Scuola accetta solo 90 studenti ma in coda per l'audizione, provenienti da tutto il mondo, c'erano 4.000 persone. Matematicamente le probabilità non giocavano dalla parte di Umberto. Ma a vent'anni si deve provare, e così nel giugno 2007 Umberto Riva parte per Londra, dove al Queen's theatre c'è mr. Roger Croucher, presidente dell'Academy impegnato nelle audizioni. Recita in inglese e poi improvvisa in italiano: «Ho inventato un monologo immaginando le riflessioni di Renzo dei "Promessi sposi"; alla fine Mr. Croucher mi ha applaudito e si è complimentato». Umberto Riva è uno dei due soli allievi non di lingua madre inglese accettati all'Academy.
A settembre era a Los Angeles con quella dose di entusiasmo necessaria per superare le difficoltà di chi varca l'oceano per iniziare una nuova vita.
Sta andando alla grande: è stato uno dei migliori del corso; è stato invitato al secondo anno, cose che succede a meno della metà degli allievi, e ha già partecipato a diverse produzioni. «Ho crediti in numerose future e short films, tra cui il ruolo del protagonista in "Tell my heart how", ora fuori concorso alla Selezione ufficiale del Festival di Cannes 2010 Short film corner». E questo, c'è da scommetterci, è solo l'inizio.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino