Nei nostri Comuni non si parla la stessa lingua?
Domanda diretta: i sindaci del Pinerolese sanno fare squadra? Azzardo una risposta, opinabile come tutti i pareri di questo mondo: no, non sanno fare squadra. Ci sono solo due momenti in cui, ogni anno, nel Pinerolese, ritroviamo tanti sindaci: quando c'è l'apertura della Rassegna dell'artigianato o di "Tuttomele". Momenti celebrativi dove tuttavia non si costruisce nulla. Insomma, un semplice fatto rappresentativo.
Gli esempi? Sono infiniti. C'è da fare squadra, tutti assieme, per rilanciare la Scuola universitaria di Pinerolo che ha perso qualche pezzo negli ultimi due anni? Ottanta per cento dei sindaci assenti. Ma allora credono o no alla presenza di una Scuola universitaria a Pinerolo che non è un fatto localistico ma riguarda l'intero territorio che dovrebbe porsi anche come elemento attrattivo nei confronti del sistema universitario?
Anche su questioni apparentemente marginali come la presenza degli Uffici dell'Azienda turistica provinciale ognuno ha corso per conto proprio. È mancato un collante, una politica comune che coinvolga tutti i Comuni e realtà prossime al Pinerolese (penso a Barge e Bagnolo) e Comuni compresi nella seconda cintura torinese.
Ogni Comune parla la sua lingua, la coesione su temi di fondo, condivisi, è una chimera. Manca un'indicazione corale su scelte di fondo per il territorio. Ognuno corre dietro a proprie aree di espansione commerciale, artigianale od industriale nell'ottica della valorizzazione dei terreni comunali (ah, quanto rendono i terreni agricoli se cementificati!).
Poi ci lamentiamo che Torino e la sua cintura ci monopolizzano. Ma siamo noi che non sappiamo esprimere una posizione condivisa. Nessuno, finora, che si faccia carico di ricercare una coesione su politiche comuni, superando la politica del campanile. Un ruolo che ad esempio toccherebbe a Pinerolo ed alla grande Comunità montana del Pinerolese che, assieme, rappresentano i due terzi del territorio.
Di fronte alla Provincia di Torino od al futuro assetto regionale che uscirà dalle urne tra dieci giorni il Pinerolese cosa può proporre? Che idee ha? Resta un mistero da anni non svelato, malgrado le sollecitazioni di alcune forze sociali, sindacali ed anche de "L'Eco del Chisone".
E qui vorrei chiamare in causa anche i parlamentari locali come Merlo e Malan ad assumere - anche nei rispettivi gruppi politici - un ruolo propulsore. Restano le contrapposizioni politiche ma dovrebbe anche emergere una precisa comune volontà di esprimere scelte comuni. Realizzare un progetto per il Pinerolese. Fare coro assieme - da Merlo a Malan, da Covato per Pinerolo a Coucourde per la Comunità montana fino a coinvolgere i consiglieri regionali e provinciali che ci rappresentano - per non essere emarginati. Anche nell'ottica di una ripresa economica che prima o poi arriverà, forse dalla fine del prossimo anno.
Oggi non c'è ancora questo coro. C'è qualche vocalist. Ma per il resto è un coro a bocca chiusa.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino