Liberi tutti… dal cellulare
Due rappresentanti di istituto, quinta superiore, esame di Stato tra pochi mesi. Sono accompagnati dal vice-preside. Hanno il compito di rettificare alcune dichiarazioni che hanno rilasciato la settimana prima a un organo di stampa. Nessun'altra coordinata su questa storia, a tutela, ovviamente, degli interessati.
Vedere due diciottenni fare un passo indietro che appare forzato rispetto ad una presa di posizione (rarissima di questi tempi tra i loro coetanei) è un po' inquietante. Qualcuno dirà: «Che mancanza di coraggio, i giovani d'oggi non sono in grado di far valere le proprie idee, hanno paura di una sanzione in vista della maturità». E invece una lancia in favore di questa generazione, che speriamo si tolga di dosso l'etichetta "da mille euro" di chi l'ha preceduta, si può spezzare. Come si fa a prendere una posizione quando dalla stessa parte del tavolo siede un adulto che più volte ribadisce: «Sapete quante battaglie ho fatto io alla vostra età! Ma noi le facevamo in un altro modo, con più consapevolezza e maggiori regole…». Ma siamo poi sicuri? È proprio così vero che i quarantenni e cinquantenni che oggi scrivono alla lavagna hanno sempre combattuto battaglie per cui valeva la pena esporsi? O anche loro qualche volta hanno preso una cantonata?
E ancora. Come si fa a sostenere davvero una "rottura" (o anche solo una semplice idea) quando la società in cui vivi t'insegna a possedere un telefono cellulare da portare - acceso - sempre e ovunque? (il caso dei due fidanzatini di Vigone fuggiti di casa per amore e ritrovati a Savigliano, praticamente dietro casa, è emblematico. Della serie: è inutile provare a dribblare le regole, tanto sei e sarai sempre sotto controllo).
Vivete soli la maggior parte del vostro tempo? Internet è il vostro migliore amico? Non avete valori condivisi e ideali nobili? Poco male: smentite voi, capelli blu o zaino rosso, questi luoghi comuni; prendete una posizione, e tenetela anche non siete "i centomila in piazza". E se mamma, papà, il vicino o il professore vi dicono che non ne vale la pena, andate avanti lo stesso. Altrimenti non avrete mai accesso a uno degli attestati di stima più importanti: essere ascoltati.
Il 2010 è l'anno in cui Torino sarà Capitale europea dei giovani. Tra le varie iniziative proporrei la giornata Liberi tutti… incominciando dal cellulare.
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Paola Molino