Dalla plastica riciclata i banchi per la scuola
MORETTA - Anche quest’anno il Comune aderisce alle iniziative della Rete dei Comuni solidali (Recosol), associazione di cui Moretta fa parte dal 2002.
In sintesi le opere realizzate negli anni scorsi: costruzione di pozzi d’acqua, nella regione sub-sahariana di Zinder nel Niger; portare l’acqua alla periferia di Niamey, sempre nel Niger, favorendo la piccola economia intorno al mercato di ortaggi. Dal 2007, in collaborazione con le Università di Torino e di Niamey, si tenta di risolvere un problema drammatico per l’Africa: il riciclo della plastica.
Può sembrare strano, ma le buste di plastica sono un serio problema per Niamey. Da qualche anno invadono la città; spesso vengono mangiate dagli animali causandone la morte.
Il sindaco Sergio Banchio: «Il sindaco di Niamey 1, Sydo, è venuto a trovarci in autunno. Il suo Comune, uno dei sette che compongono la città, non ha una raccolta rifiuti e così la plastica resta per strada. I sacchetti sporchi e umidi, in un paese caldo, diventano luogo di proliferazione batterica e di insetti. Non è solo un problema di degrado ambientale, ma di prevenzione per la salute. Per questo il progetto della Recosol risulta fondamentale per la sua gente».
Il riciclo, nella prima fase, ha avviato una produzione di autobloccanti per pavé stradali, ottenuti da una miscela di sabbia e buste di plastica. Ora si vogliono costruire banchi per la scuola, sempre con plastica riciclata, miscelata a fibre vegetali infestanti.
In Niger è molto diffusa, lungo le sponde del fiume, un’alga chiamata Giacinto d’acqua che, triturata e mischiata alla plastica, può fornire un simil-truciolato. «La Recosol vuole impiegare questa tecnologia per aiutare le scuole, fornendo i banchi», conclude Banchio.
Il nuovo impianto, come i precedenti già avviati, privilegia una tecnologia semplice, soprattutto meccanica, a dimensione artigianale, per adeguarsi al contesto locale e rendere possibile la manutenzione. L’inaugurazione è prevista per ottobre-novembre 2010. Moretta partecipa con un contributo di 1.500 euro, da versare al Comune di Carmagnola, capofila del progetto.
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Paola Molino