Sachs e New Co.Cot, si teme l'esodo in altri stabilimenti
Settamana decisamente negativa per il futuro industriale della Val Chisone. Minacciano di peggiorare, infatti, le situazioni della New Co.Cot di Perosa e della Sachs di Villar Perosa.
In entrambi i casi a peggiorare i problemi, già di per sé gravi, innescati dalla crisi dei mercati interviene pesantemente la sostenibilità economica dei siti dove operano. In poche parole l'affitto dei rispettivi stabilimenti, a detta dei responsabili delle due aziende, sono troppo onerosi; di conseguenza, se non ci saranno interventi di sostegno, potrebbe essere deciso lo spostamento in altra sede. Entrambe le questioni sono state al centro di incontri con sindacati e amministratori senza che si sia intravista alcuna schiarita, ma vediamo di cosa si tratta.
La scorsa settimana i dirigenti della Sachs, incontrando sindacati e amministratori della valle, hanno spiegato: «Ci attendevamo delle risposte dalla Regione sulla possibilità di ricevere un sostegno per l'affitto dello stabilimento, divenuto troppo oneroso dopo la chiusura della Stabilus che condivideva con noi parte del sito, ma purtroppo ancora nulla». Negli stessi giorni si è diffusa la voce, per ora non confermata, di un'ipotesi di trasferimento nei capannoni lasciati liberi dall'Indesit a None e che da tempo la Regione tenta di ricollocare. «Vero o non vero - afferma il consigliere regionale Gian Piero Clement, da sempre impegnato sui temi occupazionali della valle -, occorre che dall'assessore Bairati arrivino presto delle risposte».
NewCo.Cot. Lunedì pomeriggio presso la Regione Piemonte si è tenuto un incontro per esaminare la situazione occupazionale e produttiva dello stabilimento New Co.Cot di Perosa (ex-Manifattura di Legnano). Erano presenti l’assessore provinciale al Lavoro Carlo Diana, l’amministratore delegato della New Co.Cot Varasi, il sindaco di Perosa Renzo Furlan, i rappresentanti sindacali di Uil-Cisl-Alp e delle Rsu, e l’assessore al Lavoro della nuova Comunità montana Denis Donzina.
Anche in questo caso l'azienda, che ha rilevato macchinari e lavoro dopo il fallimento della Manifattura Legnano ma non l'immobile, dichiara che i 600.000 euro richiesti dal curatore fallimentare per l'affitto dello stabilimento non sono sostenibili. Da qui la richiesta di un sostegno da parte della Regione. La riunione però si è risolta con un nulla di fatto e nessun impegno sarebbe stato preso dall'assessore Bairati.
La New Co.Cot però non intende presentare il Piano di investimenti fino a quando non verrà trovata una soluzione sul problema dell'affitto, per intanto si è dichiarata disponibile a prolungare la cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre.
R.L.
A.M.
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Paola Molino