Impianto fotovoltaico sulla discarica sepolta

Orbassano, progetto energetico-didattico nel parco Ilenia Giusti
Intanto proseguono le analisi sullo stato di inquinamento dell'area

ORBASSANO - Una fetta del parco "Ilenia Giusti" potrebbe diventare area destinata ai pannelli fotovoltaici. Una sorta di motore ecologico di medie dimensioni in grado di riqualificare l’area verde a due passi dal torrente Sangone.

È così che si potrebbe curare la "ferita" all’ambiente nel parco intitolato alla piccola Ilenia, trasformando il terreno che nasconde un’ex-discarica degli Anni '70 in un parco fotovoltaico. Un impianto che potrebbe anche essere utilizzato per fini didattici, sensibilizzando le scuole e i più giovani alla produzione di energia alternativa.

È questa l’ipotesi più concreta che l’Amministrazione comunale potrebbe realizzare grazie anche alle compensazioni economiche di Trm per la costruzione dell’inceneritore del Gerbido.

Orbassano potrebbe quindi portare a casa un’opera per certi versi simile a quella progettata a Beinasco nella discarica di post-conduzione di proprietà del Covar, dove sarà installato un impianto fotovoltaico in grado di garantire un valido contributo al fabbisogno energetico della zona.

Proseguono intanto le analisi per valutare l’effettivo inquinamento del parco Sangone: nei pressi del torrente e del Centro di educazione ambientale di Orbassano i primi sondaggi hanno trovato una lunga lista di rifiuti, disseminati sotto una settantina di centimetri di terra.

I risultati dei primi cinque sondaggi eseguiti nei mesi scorsi hanno evidenziato la presenza di alcuni metalli pesanti, tra qui il nichel, e un elevato inquinamento di idrocarburi in alcuni punti, probabilmente il risultato di scorie di produzione induale.

Già nell’estate il sindaco Eugenio Gambetta ha vietato con un’ordinanza l’utilizzo del parco per lunghe soste, pic-nic o attività a stretto contatto con l’area vicino al Centro di educazione ambientale utilizzata da scuole e cittadini. Per l’inverno la zona al momento non è ancora stata recintata: primo cittadino e Giunta rimangono in attesa di conoscere i risultati delle analisi del suolo in termini di composizione e possibili esalazioni, dei sondaggi delle acque a monte e a valle della zona inquinata. E di qui decidere, in accordo con Provincia, Regione e Arpa, se procedere con un piano di caratterizzazione, necessario preludio di un’attività di bonifica. Oppure, se si rileva la staticità della discarica, seppellirla definitivamente con un carico di terra di riporto.

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Paola Molino