L’alpeggio dell’Alpe Meys, in Val Troncea sarà protagonista di un docu-film aull'architettura alpina

L’alpeggio dell’Alpe Meys, in Val Troncea sarà protagonista di un docu-film aull'architettura alpina
Sabato 15 Marzo 2025 - 15:08

L’alpeggio dell’Alpe Meys, in Val Troncea (nel Comune di Pragelato) sarà presto protagonista del docu-film ArchitetturAlpinA, il primo progetto di ricerca sull’architettura di montagna ideato da dieci ordini degli Architetti da tempo riuniti nell’associazione AAA (Architetti Arco Alpino). Lo scopo del progetto è quello di esplorare i 1.200 chilometri di arco alpino per individuare le buone pratiche architettoniche della zona che migliorano sia l’impatto ambientale che la qualità di vita delle persone. 

Sarà la regista Francesca Molteni a riprendere e documentare, grazie alla voce di chi vive le trasformazioni architettoniche, la storia e le caratteristiche delle 10 strutture proposte dagli altrettanti ordini (Aosta, Belluno, Bolzano, Cuneo, Novara e Verbano Cusio Ossola, Sondrio, Torino, Trento, Udine e Vercelli). 

A raccontare saranno abitanti, lavoratori, studenti, turisti, amministratori pubblici, vecchie e nuove generazioni, nuovi mestieri e mestieri legati alla tradizione: voci che vivono e parlano del territorio, della vita in montagna e della valorizzazione dell’ambiente; voci che racconteranno la nascita di scuole innovative, del recupero di antiche borgate, della restituzione degli spazi pubblici alla collettività, di cave-teatro, di infrastrutture futuristiche e della riqualificazione degli alpeggi (come nel caso dell’Alpe Meys).

«La storica struttura d'alpeggio della famiglia Raso, attiva dal 1910 nel Parco Naturale della Val Troncea, è stata riqualificata con la creazione di un polo ricettivo da 12 posti letto. L'edificio, completamente ristrutturato, è realizzato in legno massiccio locale, proveniente dai boschi della Valle di Susa, inclusi quelli colpiti dall'incendio del 2017. La forma ipogea e l'uso di materiali naturali permettono alla struttura di integrarsi perfettamente nel paesaggio montano circostante e trasformano questo patrimonio in un luogo di accoglienza e sostenibilità» ha sottolineato l’Ordine Architetti di Torino. 

«Questo intervento - ha aggiunto la presidente dell’Ordine locale Maria Cristina Milanese -, situato alla fine di una valle naturale accessibile solo a piedi o in bici, è un esempio di come l'architettura contemporanea, priva di folclore e artificiosità, possa rispondere in modo autentico alle esigenze delle comunità montane e non solo. Sempre più partner stanno sostenendo ArchitetturAlpinA». 

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Paola Molino