Viadotto sul Chisone: a Inverso Pinasca partono i lavori di consolidamento
Oggi, martedì 28 gennaio, la Direzione Viabilità 2 della Città metropolitana di Torino ha consegnato i lavori di consolidamento e difesa idraulica delle fondazioni del viadotto sul Chisone della variante 2 alla Strada Provinciale 23, a Inverso Pinasca, all’impresa che si è aggiudicata l’appalto. Il cronoprogramma prevede il completamento entro la primavera del 2026. Sono interessate tre pile all'altezza della località Fleccia.
«Le varianti alla Provinciale 23 del Sestriere nel tratto compreso tra San Germano Chisone e Perosa Argentina sono state realizzate negli anni precedenti ai Giochi Olimpici Invernali nel 2006. - spiega il Vicesindaco della Città metropolitana di Torino, Jacopo Suppo, che ha la delega ai lavori pubblici - A seguito di ripetuti eventi alluvionali, in corrispondenza del viadotto in questione si è registrato lo spostamento del filone principale della corrente a ridosso della sponda sinistra Chisone. Le fondazioni delle pile del viadotto sono andate incontro a fenomeni erosivi, sui quali dobbiamo intervenire».
IL PROGETTO E IL DECRETO PONTI
Il progetto esecutivo prevede di realizzare un muro perimetrale in calcestruzzo armato fondato su micropali intorno ad ognuna delle tre pile attualmente soggette a fenomeni di scalzamento da parte del torrente. «È un intervento importante, - aggiunge il Vicesindaco Suppo - per prevenire l’aggravamento di fenomeni di erosione, che potrebbero avere come conseguenza l’instabilità della sovrastruttura stradale. Questo intervento è uno di quelli finanziati nel cosiddetto "Decreto Ponti", a riprova che il nostro Ente è stato particolarmente attento all’utilizzo del denaro destinato alla messa in sicurezza dei ponti».
I tecnici della Direzione Viabilità 2 spiegano che in fase di cantiere, per poter operare in sicurezza sulla sponda destra in assenza di corrente libera, si prevede di realizzare una savanella per deviare la corrente (per savanella si intende un canale centrale in un alveo di un corso d’acqua, nel quale scorre la portata di magra) e un argine provvisorio alto circa 2 metri. A fine lavori il materiale utilizzato per l’argine verrà ricollocato in prossimità delle pile, per ricolmare l'effetto dell'erosione. La durata dei lavori è di circa un anno, ma è prevedibile che alcune lavorazioni non potranno essere eseguite nei periodi di massima piena del corso d’acqua. Le prime attività da eseguire sono quelle relative alla bonifica bellica delle aree oggetto dell'intervento.
I muri perimetrali che saranno realizzati a protezione delle pile avranno uno spessore variabile da 80 centimetri alla base a 50 centimetri alla sommità. L’altezza nella parte frontale sarà di 5,85 metri in corrispondenza della pila numero 4; di 7,6 metri in corrispondenza della pila 5; di 8,05 metri in corrispondenza della pila 6. Ogni muro avrà una fondazione lunga 4,5 metri e alta 80 centimetri, con un taglione antiscalzamento profondo 1 metro. Ogni muro sarà fondato su due file di micropali profondi 8 metri, con interasse 60 centimetri per la fila interna e 1 metro per la fila esterna. Prima della realizzazione dei micropali si prevede la posa di una struttura in blocchi prefabbricati di calcestruzzo armato, ad incastro, con altezza pari al fronte di scavo.
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Paola Molino