Gay, presidente Unione Industriali: « Duecento miliardi di evasione fiscale sono un “insulto” per tutti i cittadini»
Si è svolta questa mattina l'annuale assemblea pubblica de l’Unione Industriali Torino ha riunito, momento diconfronto fra i principali attori pubblici e privati del territorio per un’analisi della situazione socioeconomica locale e nazionale, oltre alla condivisione di prospettive e priorità del mondo produttivo.
Organizzato quest’anno nelle sale del centro congressi dell’associazione confindustriale torinese, ha visto presenza dei ministri Antonio Tajani (Affari Esteri e Cooperazione Internazionale), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica) e, in videocollegamento, Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), nonché del presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini.
Aprendo i lavori il presidente dell'Unione Industriali , Marco Gay a affermato con forza che: « Non possiamo non sottolineare come duecento miliardi di evasione fiscale siano un “insulto” per tutti i cittadini e gli imprenditori, che ogni giorno con onestà e rigore danno il loro contributo!».
Parlando della crisi del settore automotive ha a sostenuto: «Da qui al 2035 è inevitabile che la crisi del settore sarà ancora più forte: oggi abbiamo bisogno di tempo, con un unico obiettivo: alleggerire le sanzioni a carico dei produttori di motori termici e riaprire ad altre opzioni tecnologiche in grado di garantire una maggiore sostenibilità del settore, non solo economica, ma anche industriale e sociale, nonché in ottica di economia circolare».
Non è mancato infine un accenno al problema demografico e dell'integrazione: «La crisi demografica che stiamo vivendo non farà che acuirsi: ma senza giovani, non avremo futuro. Pensare di fare a meno dei giovani è condannarsi al declino economico e culturale. Mettiamo al centro della politica della nostra città la questione migratoria e demografica: una città aperta che ha accolto generazioni di uomini e donne ha nel suo DNA i valori dell’accoglienza e dell’integrazione». In allegato il discorso completo.
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Paola Molino