Pinerolo: spunta un candelabro di cartone dal cavalcavia della Sp 589. Un'installazione «contro il degrado».
Si tratta di una decorazione bizzarra che non è passata inosservata. Da questa mattina il sottopasso della Sp 589 che dal ponte Chisone porta verso Osasco è stato "arredato" con un candelabro di cartone. In breve tempo sono fioccate le foto pubblicate sui social, con tanto di punti interrogativi sulla natura di quel candelabro bianco.
A darci una risposta è stato direttamente l'artefice dell'atto, nome d'arte "Ben_godo". Nei fatti parliamo di un'installazione intitolata "sottopasso con il candelabro" che è accompagnata da un manifesto che ne svela la natura e gli obiettivi: «Un tempo Pinerolo, quale cittadella bastionata, aveva mura difensive e porte d’ingresso» si legge dal testo, «Oggi i sottopassi hanno preso il posto di quelle porte e sono in stato di degrado». Da qui l'obiettivo: «Un degrado riscontrabile in molte altre città, conseguenza diretta della mancanza di sicurezza e della presenza di sporcizia e oscurità. L’obiettivo di questa installazione è combattere il degrado dei sottopassi grazie al candelabro che mette in luce questa necessità. Il candelabro di colore bianco simboleggia luminosità e pulizia e si contrappone al buio, al grigiore del cemento e ai rifiuti troppo spesso presenti nei sottopassi».
Non solo, il candelabro svolge negli intenti anche una funziona di chiamata a raccolta: «I gestori pubblici e/o privati sono chiamati a intervenire con opere di manutenzione affinché il sottopasso risplenda nel ricordo delle antiche porte»; pulizia da rifiuti, sterpaglie e affissioni non autorizzate, installazione di luci per le ore buie, realizzazione di corsie dedicate a pedoni e ciclisti sono le azioni consigliate dal firmatario, che va anche oltre: «Sconfitto il degrado, si esorta quale ultimo passo a organizzare un evento inaugurale di questa nuova funzione del sottopasso dal titolo: Apericena nel Sottopasso con il Candelabro, Bevande, cibo e musica ambulanti 18:00-22:00».
Foto Dario Costantino
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Paola Molino