Vinovo: gli studenti incontrano Paolo Borrometi
Sala del castello di Vinovo piena di ragazzi pronti a dialogare con Paolo Borrometi, cittadino vinovese onorario e condirettore dell'Agenzia Giornalistica Italiana e in prima linea nella lotta alle mafie. I ragazzi dell'Azione Cattolica e del Consiglio Comunale dei Ragazzi sono arrivati preparati all'incontro grazie agli incontri con l'associazione Vinovo Lab attiva nelle iniziative di valenza sociale. Il tema era " Siate rompiscatole", libro dedicato a don Pino Puglisi ed ultima opera di Borrometi.
Vicesindaco e parroco Per il vicesindaco Maria Grazia Midollini "Oggi le sale del castello piene di ragazzi ci regalano un bellissimo colpo d'occhio. La mafia è cattiva, il nostro paese con Paolo ha un amico in piu' , un amico che ha scelto da che parte stare e lo fa con sacrificio, rinunce, ma regalando a tutti noi storie di impegno vissute in prima persona". Don Enrico Perucca ha sottolineato come un'alunna le avesse detto, dopo la lettura del libro, di aver notato il coraggio della scelta, ed il parroco ha rimarcato quanto "coraggio significa agire con il cuore, Paolo ci insegna ad educare il cuore, ad accendere al mente ed ad aprire gli occhi scegliendo di vivere come il cuore ci dice". Cordelia Lagattolla di Vinovo Lab ha sottolineato come "noi in questo percorso di dialogo con i ragazzi su don Puglisi, abbiamo imparato molto, è stato con ragazzi e famiglie un percorso di crescita per tutti con momenti di grande emozione"
Borrometi atto primo
"Sono onorato di essere cittadino onorario di Vinovo , Vinovo Lab costruisce azioni di massa attiva e vedere don Enrico mi riconcilia con la fede. Ho scelto di raccontare il libro perchè per tutti, ma soprattutto per i piu' giovani, servono esempi e questi non possono essere gli influencer, ma le storie di chi ci vive a fianco, dei vostri genitori che lavorano per darvi il miglior futuro possibile. Padre Pino non ha fatto l' eroe, ha fatto il suo dovere, ha incarnato la sua missione vivendo e cercando di spiegare una vita diversa dalla delinquenza. Viveva in un quartiere, il Brancaccio di Palermo, dove per i vostri coetanei non c'erano campi da gioco, ma solo morti ammazzati per strada in anni in cui la mafia sparava molto di più. E così i più giovani diventavano strumenti e manovalanza per i traffici mafiosi". E ancora "don Pino diceva sempre ai suoi alunni "siate rompiscatole, andate controccorente, non accontetavevi, immaginate una vita diversa". E ancora " don Pino è stato un rivoluzionario sconfiggendo la mafia insegnando ai ragazzi a giocare, sognare, con la cultura e la preghiera laica e religiosa. Ha vinto da vivo con l'esempio, ed ha vinto da morto sorridendo come sempre faceva nella vita, sorridendo a chi gli sparava e i killer sono poi diventati collaboratori di giustizia".
Domande dal pubblico
Dal pubblico applausi spontanei per ricordare Falcone e la sua scorta, tantissime le domande dei ragazzi a cui Borrometi non si è sottratto, spiegando " I giornalisti che stanno con il potere non mi convincono, loro devono fare le pulci perchè la sua azione garantiscela libertà di tutti; essere in prima linea significa combattere con la penna. Io ho avuto spessissimo paura soprattuto dopo l' aggressione del 2014, ma reagire alla paura mi ha fatto capire cos'era la mia scelta, perchè cedere alla paura significa diventare schiavi". Sulle Forze dell'Ordine Borrometi ha chiarito un concetto "le Forze dell'Ordine vanno ringraziate ogni giorno, se sono vivo lo devo allo Stato e a loro che mi stanno accanto. Giusto puntare il dito quando qualcuno sbaglia ma le Forze dell'Ordine sono un valore assoluto della nostra democrazia". Sulle domande sui sacrifici Borrometi ha scherzato "Bisogna sempre organizzarsi per tempo, e certo quando voglio stare da solo con una ragazza gli agenti mi stanno sempre con il fiato sul collo, non è facile!". Poi "io non mi sono arreso all'intimidazione e così ho acquistato la mia vera libertà. Non bisogna mai drammatizzare la mia privazione perché so che i sacrifici mi servono per realizzare una cosa più grande".
Sui sogni Borrometi ha risposto "Mio nonno diceva sempre, ogni sera fatti un esame di coscienza e cerca di avere sempre una coscienza pulita. Io sogno un Paese dove tutti rispettino le regole, senza cercare scorciatoie o l'aiutino. Ragazzi, nessuno vi regalerà nulla, il mondo è complicato, ma lottate e credete nei vostri sogni. Solo così potrete cambiare il centimetro quadrato in cui vivete, garantendovi un futuro"
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino