Un pinerolese di ritorno dalla Libia: «Mi hanno aiutato gli amici libici»
«Abbiamo lasciato Misurata grazie ad un determinante aiuto degli amici libici che lavorano con noi. Solo grazie al loro spirito di collaborazione siamo riusciti ad effettuare il viaggio tra il campo e la baia al largo della quale era ancorata la nave da difesa S. Giorgio». Lunedì mattina, qualche ora di sonno dopo il rientro in aereo da Catania, a seguito della lunga traversata in mare. Senza mai scadere nella retorica del racconto influenzato da sindrome dell'"io c'ero", il pensiero di Evaldo Botti, pinerolese, uno dei 120 italiani rimpatriati dalla Libia a bordo della nave da sbarco della Marina militare. (approfondimenti nell'edizione in edicola)
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Paola Molino
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