Uno sguardo al medio-lungo termine: per ora l'inverno continua a snobbarci, ma dopo il 10 forse...
E’ appena iniziato il 2019 e con esso il secondo mese di questa stagione invernale, ma per ora l’inverno nelle nostre zone è risultato piuttosto anonimo e a tratti addirittura inesistente, come è successo negli ultimi giorni in montagna e nelle valli; unico acuto (modesto) è stato il freddo di metà mese a cui è seguito il breve episodio nevoso della sera del 19. Mese di dicembre che oltretutto si è rivelato piuttosto secco regalando ben poca neve in montagna, con la conseguenza che oggi ci sono zone non coperte in modo uniforme dalla neve fino a quote superiori ai 2000 metri!
Il motivo principale di questa lunga fase asciutta e spesso mite in montagna è da attribuire alla costante presenza di un’area di alta pressione sull’Europa occidentale, con massimi di pressione spesso ubicati tra Spagna, Francia e Gran Bretagna e talvolta più nei pressi dell’Italia. Essa da una parte ha bloccato del tutto il flusso perturbato atlantico verso l’Europa centro-meridionale (compreso quindi il Mediterraneo), dall’altra non ha permesso alcuna irruzione significativa di aria fredda da nord o da est, deviando le correnti fredde verso l’Europa orientale od al più i Balcani e concedendo solo a tratti della ventilazione settentrionale in quota più intensa (ma per nulla fredda) sulle nostre zone, con un ulteriore riscaldamento in valle operato dall’attivazione di venti di Foehn.
A partire da queste ore però è in atto un nuovo notevole raffreddamento dell’Europa orientale, dei Balcani e stavolta anche del centro-sud d’Italia, grazie alla discesa dalla Scandinavia di correnti molto fredde di origine artica che porteranno tra domani e venerdì la prima neve fin sulla costa tra le Marche e la Puglia. Ancora una volta le nostre zone verranno appena sfiorate dai venti freddi, con un moderato raffreddamento alle alte quote nei prossimi 2-3 giorni che porterà i valori termici di poco sotto la media del periodo; in valle esso sarà mitigato da una probabile debole/moderata ventilazione favonica (anche questa non è una novità), mentre le zone di pianura non registreranno variazioni significative poichè si partiva già da un clima freddo grazie alle inversioni termiche. Dal punto di vista precipitativo assolutamente nulla da segnalare, poichè l’aria rimarrà piuttosto secca… quindi nessun apporto nevoso in quota previsto almeno fino all’Epifania.
La colpa è sempre dell’anticiclone sempre ben presente sull’Europa occidentale, che pur subendo delle deformazioni continuerà a proteggere efficacemente il pinerolese sia dalle correnti atlantiche che dal freddo almeno fino all’inizio della prossima settimana. Freddo che invece insiste appena ad est dell’Italia, a fungere da possibile serbatoio da cui attingere nel caso in cui arrivi qualche perturbazione da ovest nei giorni successivi.
Pertanto il tempo continuerà ad essere stabile e soleggiato nei prossimi 5-7 giorni, con a tratti della ventilazione settentrionale più intensa in quota e condizioni favoniche nelle valli.
A partire da martedì/mercoledì prossimo è possibile che un nuovo affondo di aria fredda da nord riesca ad interessare in modo più netto l’Italia, anche se le nostre zone rischiano seriamente di restare nuovamente a secco di precipitazioni (a meno che parte dell’aria fredda riesca ad irrompere sul Mediterraneo occidentale dalla Francia): tutto dipenderà da quanto spazio lascerà l’onnipresente alta pressione centrata tra il vicino Atlantico e l’Europa occidentale.
Inoltre potrebbe anche essere il primo assaggio di un più serio attacco invernale sulle nostre zone (ed in generale su tutta la zona del Mediterraneo) intorno alla metà del mese, grazie ad un progressivo calo della pressione anche sull’Europa occidentale ed al concomitante avanzamento verso ovest della massa d’aria fredda sull’est europeo.
La cartina sottostante, mostrante le possibili evoluzioni del tempo nei prossimi 7-10 giorni, riassume ciò che è stato detto:
Articolo a cura di Meteo Pinerolo
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Paola Molino