Emissario Coni per sede Milano-Torino, ma Appendino dice no
La notizia arriva da fonti autorevoli, ma vista la delicatezza dell'argomento difficilmente ci sarà qualcuno degli interessati disposto confermarla .«Nei giorni scorsi a Torino,riferisce la nostra fonte, è giunto un emissario del Coni (uno di quelli con diritto di voto nell'assemblea del massimo organo dello sprot nazionale n.d.r) per incontrare la sindaca di Torino Chiara Appendino, quest'ultimo avrebbe detto di parlare a nome dei massimi vertici. Tema del colloquio, riservatissimo, naturalmente le Olimpiadi 2026.
Il mediatore, chiamiamolo così perchè questo di fatto era il suo ruolo, avrebbe tentato di convincere la sindaca di Torino ad accettare la doppia candidatura Milano-Torino. Sul piatto offerto alla città della Mole, la possibilità di essere sede di tutti gli eventi su ghiaccio dall'hockey al pattinaggio di velocità. Secondo l'ipotesi illustrata alla sindaca Appendino le valli olimpiche avrebbero avuto, vista la disponibilità dei costosi impianti, salto, bob, slittino e curling, ma non le gare di sci alpino e nordico che sarebbero andate a pannaggio di Bormio.
Un'ipotesi di cui si vocifera da tempo, ma che a pochi giorni dal verdetto del Coni, suonava come un ultimatum: prendere o lasciare. Sempre secondo la ricostruzione fatto al nostro giornale la sindaca Appendino avrebbe rifiutato l'offerta: «Non posso tradire il patto con i Comuni olimpici e la montagna, Torino deve essere la sede unica o non se ne fa niente» avrebbe risposto. L emissario di Malagò prima di congedarsi dalla sindaca di Torino ha voluto renderla partecipe di una previsione sul voto dell'assemblea del Coni: «Senza accordo sulla doppia sede, il voto espresso dai componenti l'assemblea sarà di 60 a favore di Milano e 10 per Torino». Uomo avvertito, perdon donna avvertita, mezza salvata.
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Paola Molino