A Nichelino fallisce una legatoria: in 33 senza più lavoro
NICHELINO – Mentre i dipendenti erano in ferie, il titolare ha consegnato i libri in Tribunale. E da metà settembre i 33 dipendenti della "Ggs – New Service" di via Giusti 67 sono senza lavoro. La legatoria nichelinese è stata dichiarata fallita il 16 settembre e la sentenza del Tribunale depositata in cancelleria cinque giorni dopo. Il giudice delegato è Vittoria Nosengo e il curatore fallimentare è Salvatore Bellassai.
«È una situazione complicata e di transizione – ammette Valter Cavalieri D’Oro, sindacalista della Slc Cgil, che segue il caso –. Dobbiamo insinuarci nel fallimento, entro il 15 novembre, perché i dipendenti ottengano quanto spetta loro». Lo stato passivo dell’azienda sarà esaminato il 16 dicembre davanti a Nosengo. I 33 lavoratori devono percepire lo stipendio di agosto – di cui hanno ricevuto solo un acconto, metà di quello di settembre e il Tfr. Inoltre alcuni hanno anche ferie e permessi non goduti.
Che cosa ne sarà di loro? «Aspettiamo che il giudice avvii le procedure per ottenere la cassa integrazione straordinaria per fallimento».
Quanto successo alla Ggs non è stato un fulmine a ciel sereno. Da qualche mese in azienda tirava una strana aria e i dipendenti, a fine giugno, si sono rivolti a Cavalieri D'Oro. Il sindacalista ha avuto alcuni incontri con il consulente aziendale per correre ai ripari. Negli ultimi tempi, infatti, la storica legatoria sul mercato da una trentina d'anni «aveva accumulato un passivo di 300.000 euro, perché forse prendeva troppe commesse sottocosto».
Il consulente e Cavalieri D’Oro avevano in programma a settembre una serie di incontri per trovare gli ammortizzatori sociali adatti a garantire uno stipendio ai lavoratori e permettere all’azienda di risollevarsi: «Stavamo valutando la possibilità di mandare in mobilità alcuni dipendenti, di adottare la cassa integrazione straordinaria o un contratto di solidarietà per altri» ma la situazione è precipitata in estate. All’insaputa di tutti. A inizio agosto, infatti, il titolare ha portato i libri in Tribunale e il 30 dello stesso mese ha scritto una lettera ai dipendenti ringraziandoli e dicendo loro che la ditta sarebbe fallita.
«Per spiegare quanto accaduto abbiamo tre ipotesi: una meno plausibile, le altre di più – abbozza Cavalieri D’Oro –. La prima, meno credibile, è che il titolare abbia agito senza conoscere gli strumenti a sua disposizione. Le altre due sono che un potenziale socio abbia fatto promesse e poi non le abbia rispettate oppure che il fallimento fosse pilotato da alcune aziende cui interessa acquisire la Ggs a poco prezzo».
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Paola Molino