Trombonista della banda di Vigone ora suona nell'orchestra Rai

«Come è consuetudine, il primo giorno delle prove Zubin Metha ha presentato all’orchestra i cantanti del "Rigoletto": da Vittorio Grigolo a Julia Novikova, da Ruggero Raimondi a Nino Surguladze. Poi, giunto a Placido Domingo di cui è amico, ha finto di non conoscerne il nome e gli ha chiesto: “Lei chi è?”. Risposta: “Sabato Tempestoso! (ribaltando la traduzione del suo nome, in spagnolo Domenica Tranquilla, ndr). E il direttore d’orchestra, di rimando: “Venerdì Santo!”».
A raccontare questo scherzoso siparietto, svoltosi a porte chiuse nel Teatro Scientifico Bibiena di Mantova dove sono in corso le prove, è Devid Ceste, secondo trombone dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, che vive con la famiglia a Vigone.
C’è dunque almeno un frammento di "pinerolesità" alla corte dei Gonzaga, tra i 70 orchestrali, per questo evento di risonanza mondiale che porterà contemporaneamente il "Rigoletto" di Giuseppe Verdi nelle case di un miliardo di telespettatori di 138 nazioni, collegati in mondovisione. La diretta sarà su Raiuno sabato 4 alle 20,30 e domenica 5 alle 14 e alle 23,15 (tempi spezzati per rispettare l’intento di realizzare un "Film in diretta", ideato e prodotto da Andrea Andermann, che intrecci opera, cinema, luoghi artistici e orari citati nel libretto). Il tutto con la regia di Marco Bellocchio e la fotografia di Vittorio Storaro.
È un’impresa colossale, che impegna da metà agosto circa 300 persone disposte in luoghi diversi della città di Mantova: l’Orchestra Rai al Teatro Bibiena, i cantanti nelle splendide sale di Palazzo Té e, a seguire, in Palazzo Ducale e presso la Rocca di Sparafucile, detta anche la Rocca del Rigoletto.
Una scelta, questa, che crea non poche difficoltà tecniche per collegare in simultanea le varie postazioni. «Uno dei problemi da risolvere è proprio questo. Noi suoneremo al Bibiena e loro canteranno contemporaneamente, ad esempio, nel Palazzo dei Gonzaga, per cui occorre un sincronismo perfetto. Reso possibile solo da tecnologie d’avanguardia. La cosa non è facile, soprattutto per il livello di perfezione a cui si mira» commenta Devid Ceste.
Per lui questa esperienza non è una novità, perché aveva già partecipato all’analogo evento che aveva messo in scena "La Traviata" a Parigi nel 2000, sempre con Zubin Metha sul podio. Una trilogia che si completa con la "Tosca" proposta a Roma nel 1992, con caratteristiche simili.
Su Zubin Metha Devid Ceste ha parole di elogio e ammirazione: «Con lui si lavora benissimo. Conosce a memoria le partiture ed ha un carisma tipico dei direttori di altri tempi. È sempre gentile. Pretende molto, come è logico, ma lo fa senza cattiveria. Nelle prove e durante lo spettacolo si lavora tra pari e, a differenza di altri direttori, ti considera un collega e non un sottoposto».
Da dieci anni Devid suona nell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, come secondo trombone. Con essa si è esibito nelle più prestigiose sale da concerto d’Europa, Sud America e Giappone, avendo sul podio direttori di chiara fama come Mstislav Rostropovich, Yuri Ahronovich, Lorin Maazel, Myung Wung Chung, Gary Bertini, Raphael Fruhbeck de Burgos, Giuseppe Sinopoli, Luciano Berio e Gianandrea Noseda. Oltre al già citato Zubin Metha.
Al di là dell’importante esperienza in Rai, lungo è il curriculum artistico di Devid Ceste, che è originario di S. Secondo di Pinerolo.
Dopo il diploma al conservatorio "G. Verdi" di Torino, conseguito con il massimo dei voti nel 1996, ha ottenuto la specializzazione in Euphonium a Novara nel 2004.
Ha suonato musica contemporanea con l’"Ensemble Fuoritempo" e nel 1997 ha fondato, con Davide Sanson e Massimo Bezzo, il Trio Musiké che nel 2000 ha inciso il primo cd "Opere del ‘900 per tromba, trombone e pianoforte". Altre registrazioni per l’etichetta "Animando" portano la sua firma come solista dell’orchestra fiati "Liceo Antonio Rosmini" di Rovereto (Tn). Ha collaborato inoltre con "I Solisti di Pavia" e "I Barocchisti" di Lugano, attività culminate anch’esse in sala d'incisione.
Dall’esordio come piccolo trombettista della banda musicale Ana di Pinerolo a soli 9 anni, sotto la guida di Mario Musso e dove ha suonato per oltre un decennio, è passata parecchia acqua sotto i ponti. Ma lui non si dimentica di quei tempi e di quelle emozioni.�

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Paola Molino