Hockey ghiaccio, grande mobilitazione di tifosi su facebook: «Ridiamo la Valpe alla Valpellice»
I tifosi biancorossi si mobilitano e fioccano le adesioni ad un'iniziativa nata sul web. ««La VALPE siamo NOI - 2440 e non posso dire di più» è il nome che ha preso su Facebook la campagna promossa da noi tifosi e appassionati dell’Hockey Club Valpellice, la gloriosa squadra di hockey su ghiaccio, nata oltre ottant’anni fa.
2440 è un numero magico, quello urlato a gran voce nel microfono dallo storico speaker Mauro Vignolo allo stadio Giovanni Cotta Morandini di Torre Pellice, lo stadio Olimpico.
2440 è la capienza massima, raggiunta in occasione di diverse partite.
2440 è solo più un lontano ricordo». Accorato l'appello dei sostenitori: «La Valpe, come ci piace chiamarla, dopo 7 anni di serie A ha cessato di esistere. Nessuna senior iscritta a nessun campionato, nonostante abbia vinto la seconda Coppa Italia della sua storia prpprio quest’anno.
In questi 7 anni sono arrivati i primi successi, la prima, storica finale scudetto, ma si è perso tutto il resto».
Il comunicato prosegue facendo rilevare: «Si sono persi per strada giocatori, allenatori, sponsor storici ma soprattutto si è persa la passione della gente e la gente stessa». Si fanno i conti: 1131 la media spettatori dell’ultimo anno contro i 1893 del primo anno di serie A (e medie ancora più alte si sono registrate negli anni precedenti, in A2, nonostante le tre sconfitte in finale consecutive…).
E nasce la proposta di « ridare la Valpe alla val Pellice, partendo dal basso, rinascendo ancora una volta dalle ceneri, schierando una squadra di giocatori dell’ottima scuola locale (campioni d’Italia under 14 l’anno scorso)».
In due giorni il gruppo ha raccolto più di 1800 adesioni!. Giocatori, ex-giocatori, avversari di tutta l’Italia hockeistica ma ancora una volta, soprattuto, i tifosi e gli appassionati ci stanno mettendo la faccia: il numero crescerà ancora e supererà i 2440. I promotori, in aperta contrapposizione con l'attuale dirigenza, concludono: «a questo punto saremo pronti per appoggiare, concretamente, qualcuno che riparta con una nuova società e che ci voglia ascoltare».
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Paola Molino