Barge: lo scandaloso stato di abbandono del castello superiore
BARGE - Castello di Barge e abbandono. Un tema sollevato nuovamente dalla minoranza in Consiglio comunale. «Già l'anno scorso avevamo denunciato il degrado del parco del castello superiore. Quando ero ancora vice-sindaco, venne stipulata una convenzione col proprietario del terreno, per lo sfruttamento pubblico. Lanciammo, poi, una campagna per la pulizia del verde e raccogliemmo un buon numero di volontari, rimettendo in luce i ruderi delle fortificazioni» spiega Pierpaolo Agù, del gruppo Uniti per Barge. Lo stesso sindaco Broardo lavorò manualmente a fianco di tutti gli altri e un accordo con la squadra bargese di Protezione civile dell'Ana assicurò la necessaria corvée. «Per anni la zona fu pulita e frequentabile, ma da molto tempo ormai la situazione è precipitata. È uno scandalo. L'accesso dalla scalinata tagliata nella roccia è chiuso per il crollo di alberi mai rimossi e per le recinzioni pericolanti. I ruderi sono nuovamente coperti dalla vegetazione spontanea. Hanno perso ogni funzione, non essendo più fruibili. Nel frattempo, la fontana si è rotta e spreca acqua, mentre i fari dell'illuminazione, pur accendendosi, non rischiarano più l'area perché soffocati dalla vegetazione» continua Agù. In effetti, l'unico intervento recente è la collocazione di un palo per ripetitori, proprio sul maschio del castello, che certamente non abbellisce la zona. Quanto al parco sottostante, un tempo era gestito dall'associazione culturale Sassi vivaci, che l'aveva trasformato in un museo d'arte contemporanea. «Questa nostra creatura è evaporata. Una parte del parco è divenuta inaccessibile e l'altra è pulita, ma ormai priva di panchine, quindi, non più frequentata da nessuno». E le opere d'arte moderna sono alquanto deperite. «Per il momento, mi accontenterei già che il sindaco Colombatto rispettasse l'impegno che assunse pubblicamente il 30 aprile scorso in sede consiliare, quando disse che si sarebbe interessato per ottenere la prestazione da parte della squadra di Protezione civile, e chiederei che si mettessero due o tre panchine nel parco lungo il fiume».
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Paola Molino