Donne in politica: le quote rosa sono preistoria

Quote rosa. È questa l'unica strada percorribile per vedere donne fare politica attiva in Italia?

Alle elezioni regionali, come riportato da "Il Sole 24 ore", le consigliere elette sono state solo il 13,9 per cento. In Piemonte la percentuale è più alta: siamo al 23 (14 consigliere elette sui 61 che siederanno a Palazzo Lascaris).

«Il vero problema non sono le quote rosa, ma la contendibilità: l'idea che si sta delineando della donna che fa politica non aiuta ad ottenere il voto». Lo ha detto Debora Serracchiani, europarlamentare Pd, e non si può non essere d'accordo con lei, che ha aggiunto: «Il problema non è mettere delle candidate nelle liste, anche se lo dovremmo fare di più, ma garantire loro la possibilità di elezione, e non è cosa facile».

Oggi le quote rosa sono buone per l'Afghanistan e il Ruanda, non certo per un Paese con una democrazia che si dice evoluta. Per costruire una concreta possibilità di elezione serve partecipazione attiva alla società civile e alla vita politica. Non è certo "pescando" tra le donne impegnate di un territorio al momento della composizione delle liste che si costruisce un consenso. Non è puntando sull'identità di genere, ma sul valore, che si convincono le donne a votare le donne.

Da due anni in Val Pellice la Fidapa ha organizzato, molto laicamente, un corso di partecipazione attiva destinato a donne che fossero interessate alla politica. La sorpresa è stata non solo l'adesione riscontrata (lo scorso anno molte donne si sono poi candidate nelle liste o come candiate sindaco alle elezioni amministrative di giugno), ma la dedizione e la caparbietà. Si è parlato di bilancio regionale, di Patto di stabilità, di pianificazione territoriale, di Consigli comunali, di marketing, di comunicazione pubblica. Temi concreti, perché alle donne piace la concretezza. Hanno raccontato la loro esperienza donne sindaco del territorio, abituate a fare i salti mortali per conciliare vita professionale, vita familiare e vita politica. E infatti la loro vita è un gioco all'incastro.

Come evidenziato anche recentemente dalla Commissione pari opportunità del Comune di Pinerolo e dalle referenti di Parità della Provincia, la questione è tutta lì: nella conciliazione dei tempi. Già in azienda è spesso difficile far passare politiche di flessibilità affrontando cambiamenti organizzativi, figuriamoci nella politica attiva! Che diventa così un lusso per poche, più che un'opportunità per tutte.

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Paola Molino