Una cura dimagrante per la nostra Regione

Se per settimane in campagna elettorale si è discusso dei problemi che dovrà affrontare la futura maggioranza che governerà il Piemonte, un aspetto è stato invece un po' trascurato: la cura dimagrante.

Dimagrimento nel senso che le Regioni - e non solo per colpa del Piemonte, che recepisce ed applica norme di carattere nazionale - ormai hanno strutture elefantiache. Troppi consiglieri regionali, assessori. Un conto della politica e dell'organizzazione del consenso con costi che non trovano alcuna giustificazione. Un consigliere regionale, il pinerolese Clement, ha calcolato che tagliando un po' di indennità e benefit solo in Piemonte si attuerebbe un risparmio di sette milioni di euro (l'equivalente di oltre 150 posti di lavoro). Forse che non si può governare una Regione solo con una mezza dozzina di assessori e con 30 o 40 consiglieri regionali? Certo che si può. Ma occorre la volontà politica di mettere in atto le buone intenzioni. E finora di buone intenzioni ne abbiamo ascoltate tante ma è dopo martedì che vedremo quanta coerenza saprà esprimere la nuova maggioranza che uscirà dalle urne.

Non è un problema secondario. Snellire le Regioni significa risparmiare nell'ordine di centinaia di milioni (o altrettante centinaia di miliardi di vecchie lire).

Qualche assessore in meno per ogni Regione e si risparmiano centinaia di posti di lavoro, almeno 100 capi gabinetto, addetti stampa, 100-200 auto blu che non solcherebbero più le strade regionali tra un convegno, una cena, un'inaugurazione ed un discorso beneaugurale alla mostra dei cavalli… d'annata.

Sarà una scelta che farà la Bresso o il giovane leghista Cota, oppure la politica del risparmio risulterà soltanto un cavallo di Troia, giusto per accalappiare un po' di consenso? Ma lo sanno i vari candidati presidenti sparsi per lo Stivale che il risparmio di un dimagrimento delle strutture regionali potrebbe permettere o garantire ventimila posti di lavoro per insegnanti?

Utopia? Forse. Ma è un modello che Cota o la Bresso - se ne avranno il coraggio - potrebbero realizzare nei prossimi anni ed il Piemonte essere un esempio da imitare e da esportare altrove.

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Paola Molino