Le pessime prediche della domenica

Un forte richiamo del segretario generale della Cei perché le predicazioni siano più consapevoli e coinvolgenti
Un'indagine conoscitiva sorprende: i fedeli che stimano il loro sacerdote ne accettano i limiti oratori

Tempo di Quaresima, tempo di omelie. Una volta si predicava il grande "quaresimale", oggi non è più una formula in uso, ma invariato rimane l'impegno della Chiesa per una più attenta predicazione in questo periodo. Oggi, come allora, non mancano eccellenti predicatori ed occasioni per predicare. Purtroppo, per non poche realtà, bisogna invece constatare che la predicazione risulta essere «una "poltiglia" insulsa, quasi una "pietanza immangiabile" o, comunque, ben "poco nutriente". Così appaiono non poche omelie che ogni domenica vengono pronunciate dai pulpiti. Questione di parole, ma anche di atteggiamenti e di testimonianze credibili da parte di chi è chiamato a fare la predica».

Giudizi, questi, espressi non da qualche esasperato laicista e anticlericale, ma da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, nello scorso mese di gennaio al termine di un convegno sulla liturgia.

r. a.

(continua)
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Paola Molino