Il voto dei cattolici: botta e risposta tra Cota e la Bresso
Roberto Cota e Mercedes Bresso i due maggiori contendenti alla presidenza della Giunta regionale. Il primo Pdl e Lega, la seconda del centrosinistra (Pd, Udc, Radicali con accordo tecnico con la Federazione della sinistra). Sul tema del voto dei cattolici Cota ha più volte attaccato la Bresso. Poniamo loro due domande conseguenti.
Cota al Tg1 nazionale di venerdì ha detto che la Bresso ha governato per cinque anni la Regione contro i principi del cattolicesimo. Come e quali?
Cota: «Parlano i provvedimenti che ha proposto e poi ritirato: quelli sulla famiglia allargata diversa da quella fondata da un uomo e una donna, è sempre stata fautrice della pillola abortiva, ha invitato il papà di Eluana a portare la figlia in Piemonte per sospendere l’alimentazione, ha sempre criticato la Chiesa e ha detto che si sarebbe fatta valdese piuttosto che essere cattolica e l’ha detto in termini aggressivi e non solo per l’8 per mille. Il suo atteggiamento anticlericale è di tutta evidenza. Lei è una radicale abortista e ciò è incompatibile con i valori cattolici. Io sono cattolico e intendo sostenerli».
Bresso: «Sono affermazioni indecenti. Siamo di fronte al principio che chi non è credente non possa governare rispettando i valori cristiani. Noi non abbiamo fatto le marchette a nessuno, ma abbiamo quadruplicato i fondi a favore degli oratori cattolici e riconosciuto il Cottolengo come presidio ospedaliero perché lavora bene ed è una struttura storica. Quella di Cota è una forma di intolleranza che nulla ha di cattolico. Gli dico di vergognarsi. Nessuno si appropri di una religione per farne un uso politico: questo sì che è anticristiano e anticattolico».
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Paola Molino