La Resistenza dei 600mila "no"
A Pinasca nella Giornata della memoria
Si ricordano gli Internati militari italianiL’appuntamento con la storia, nell’ambito della ricorrenza del Giorno della memoria, è mercoledì 27 alle 20,45 al polivalente di Pinasca. La serata, organizzata dal Comune, sarà dedicata agli Imi, ovvero Internati militari italiani, quei 600mila soldati che rifiutarono l’adesione alla Repubblica sociale di Salò, vennero rinchiusi nei campi di concentramento e diedero inizio fra il 1943 e il 1945 ad una forma silenziosa di resistenza. A quegli uomini il Comune di Pinasca ha dedicato la grande piazza, sia del mercato settimanale del sabato, sia delle grandi e importanti manifestazioni che vengono organizzate. L’assessore alla Cultura Carla Reymondo dice: «Credo che la tragedia di quei 600.000 soldati sia stata la consapevolezza di ciò che essi avrebbero potuto sfuggire contrapposto a ciò che sarebbe stato loro concesso con la pronuncia di un sì. Scelsero il no e divennero internati». Un termine che, in base ad un accordo fra il Governo nazista e quello della Rsi, negava il riconoscimento di prigionieri di guerra ai militari italiani e impediva loro di ricevere la protezione sancita dalla Convenzione di Ginevra: «Fu, il no di quei soldati, un atto di coraggio e fierezza sul quale è necessario riflettere, poiché ci rimanda ai valori della Resistenza pacifica e dei grandi ideali».
Qual è stata la differenza tra resistenza pacifica e quella armata? L’insegnante della scuola primaria non ha dubbi: «Non vedo contrapposizioni tra i due movimenti; sono state due modalità diverse, determinate da eventi diversi, per raggiungere un unico obiettivo che si concretizzò nella libertà, nella democrazia e nell’uguaglianza. Non per niente il primo articolo della nostra Costituzione ci dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro e non sul privilegio».
Nel programma della serata è prevista la proiezione di alcuni spezzoni d’interviste rilasciate da due ex-internati militari di Perrero e S. Germano Chisone e di Ettore Serafino che fu loro comandante fino al settembre del 1943. Gli interventi inseriti in un breve filmato sono stati realizzati da Bruna Laudi e David Terracini membri della comunità ebraica di Torino e appassionati di storia del ‘900. Gli eventi storici, il dramma dell’internamento, la problematica del silenzio che calò sugli Imi e il valore della loro scelta che condusse alla nascita della democrazia in Italia saranno il tema della riflessione condotta da Gianni Oliva assessore alla Cultura della Regione Piemonte e noto storico.
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Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino
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