Tragedia in Svezia: per la val Pellice è di nuovo il momento delle lacrime. Chi erano i fratelli Boer: «Lasceranno un grande vuoto»
«È stato un attimo e ora non ho più due fratelli». È il messaggio disperato che Simone Boër questa mattina ha inviato a Roby Boulard, guida alpina e storico gestore del Rifugio Jervis, nella Conca del Prà, in alta Val Pellice. La valle in cui i fratelli Boër, Mattia, Daniele e Simone erano cresciuti e in cui erano amati e conosciuti. Mattia e Daniele hanno perso la vita ieri pomeriggio, travolti da una valanga quando erano al loro ultimo giorno di Eliski, nel parco nazionale dei monti Abisko, nella contea di Norrbotten, grande nord della Svezia. Quasi al confine con la Norvegia.
Si trovavano, così almeno pare dalle ricostruzioni finora disponbili attraverso i media svedesi, nei pressi dell'elicottero che avrebbe dovuto riportarli a valle, insieme al gruppo di scialpinisti con cui avevano condiviso la settimana. «Forse stavano aspettando l'elicottero, ma potremmo saperne di più solo parlando con Simone, ma ora non è il momento», dice Boulard che a stento trattiene le lacrime. «Una famiglia splendida, molto unita. Tutti grandissimi sportivi: i tre fratelli, insieme, avevano pure corso la Tre Rifugi e spesso facevano viaggi insieme». Dalle montagne più lontane («anni fa erano stati in Canada e qui erano usciti illesi da una valanga che li aveva investiti») a quelle di casa. «Mattia era qui da noi al Jervis ogni 10 giorni. Era anche un arrampicatore molto forte: era stato uno dei primi in Val Pellice a fare un 8A in arrampicata, poi si era dedicato al motocross e da un po' di tempo si era appassionato al parapendio. Non faceva che volare». Di professione era odontotecnico, nel noto studio dentistico del padre Silvio, a Luserna S. Giovanni. A novembre avrebbe compiuto 50 anni. Daniele invece, qualche anno di meno, da giovanissimo si era trasferito in Svizzera (paese natale del padre), e viveva e lavorava a Ginevra.
«Persone deliziose, gentili, appassionate: lasceranno un grande vuoto». Impossibile per Roby non pensare che proprio 10 anni fa un'altra tragedia aveva segnato la sua vita: «Il 27 marzo del 2015, sempre per una valanga, era morto Luca Prochet, anche lui un carissimo amico». Mattia lascia due ragazzine adolescenti e Daniele una bimba. «Ancora una tragedia». Poche parole, quelle di Boulard, che gli arrivano dal cuore. Ora sta pensando ai genitori, Silvio e Maura, che in un attimo hanno perso due figli e in queste ore, con la morte nel cuore, sono costretti a pensare di dover prendere un aereo per riunirsi, lassù nel Nord della Scandinavia, ai loro amati Mattia, Daniele e Simone, alle loro mogli e compagne. Per la Val Pellice e tutto il Pinerolese è, ancora una volta, il momento del lutto e delle lacrime.
In foto, le vittime della valanga: Mattia e Daniele Boer
Articolo modificato alle ore 16,52 del 21-3-25
Articolo in aggiornamento.
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Paola Molino