Cos'è la malattia della "Lingua Blu"? E cosa sta succedendo negli allevamenti nel Pinerolese?
Venerdì 23 agosto la tradizionale Fiera del bestiame di Balboutet si è aperta con la vistosa assenza di greggi e mandrie. È stata una delle prime conseguenze visibili anche ai "non addetti ai lavori" della diffusione in agosto, nel Pinerolese, di una malattia che colpisce ovini, caprini e bovini, risultando molto contagiosa e in qualche caso mortale soprattutto per le pecore, più sensibili, mentre le capre sono più resistenti.
Si chiama Febbre catarrale dei piccoli ruminanti, anche se è più nota come blue tongue, in italiano "lingua blu", perché la lingua cianotica è uno dei suoi sintomi più evidenti, insieme al gonfiore dovuto agli edemi che si diffondono su labbra, gengive ed estremità degli arti, con lacrimazione e salivazione abbondante. Nel 2018 una ricerca dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna ha accertato che causa infertilità negli arieti, anche in presenza di sintomi lievi. Sull’uomo questo virus non ha conseguenze.
Si tratta di una malattia infettiva che si trasmette attraverso le punture di insetti del genere Culicoides, simili a minuscole mosche lunghe due o tre millimetri. Nutrendosi del sangue degli animali gli insetti prelevano il virus durante il pasto e possono poi diffonderlo alla puntura successiva. Il virus si sviluppa nelle ghiandole salivari dell'insetto che, prima di succhiare, inietta una sorta di anestetico, trasmettendo la malattia.
LA "BLUE TONGUE" NEL PINEROLESE
«Ormai ci sono positività ovunque sul territorio», conferma il dott. Giovanni Tedde, direttore del Servizio Veterinario dell'Asl TO3, molto impegnato con il suo personale nel contenimento della malattia. Al momento in cui l'Eco va in stampa gli allevamenti sospetti sono quasi 40 e quelli confermati sono 9: «Ma sto eseguendo tre o quattro provvedimenti ogni giorno, quindi il numero è destinato ad aumentare in modo significativo» precisa Tedde. L'allevamento viene bloccato per 60 giorni dall'ultimo caso clinico: nessun animale può entrare o uscire e devono essere eseguiti i trattamenti contro gli insetti sia sugli animali, che negli ambienti e sui mezzi che li trasportano al macello, unico caso in cui lo spostamento è consentito. Vengono poi controllati tutti gli allevamenti nel raggio di 20 km.
Il virus è arrivato sul territorio piemontese dopo la metà di luglio. Lo si deduce dalla comparsa di sintomi a inizio agosto, dopo i 15 giorni di incubazione. I primi casi sono stati verificati a San Mauro, sulla collina di Torino, poi dal 7 agosto a Val Della Torre sono stati riscontrati i primi sintomi su pecore morte nell'Asl TO3. Il contagio si è poi allargato nell'area pedemontana del Pinerolese e via via anche nei territori circostanti e montani.
LE CONTROMISURE ALLA "LINGUA BLU"
La Regione ha diffuso le prime disposizioni il 14 agosto, quando ha chiesto alle Asl di adottare misure di controllo e ha approvato alcune indicazioni operative. I prelievi di sangue sono stati analizzati prima dall'Istituto zooprofilattico di Torino, poi in caso di positività anche da quello di Teramo, punto di referenza nazionale per la malattia. Una settimana dopo, il 21 agosto, il Settore Veterinario ha vietato a tutti gli allevatori di spostare gli animali al di fuori della regione se non verso un macello, e di partecipare a fiere, a meno di trattare i capi di bestiame con prodotti insettorepellenti e i mezzi di trasporto con insetticidi.
«La vaccinazione - scrive la Regione - rimane la misura più protettiva nei confronti delle forme cliniche. Si esegue su base volontaria ma è raccomandata in particolare per la specie ovina». Ci si scontra però con la carenza di vaccini. La Sanità pubblica sta autorizzando i veterinari liberi professionisti a farli. Ma sul mercato si trovano pochi vaccini. «Per reperirli ci vorrà un po' di tempo», conferma il dott. Tedde. L'Asl si sta adoperando per ottenerli dagli stoccaggi presenti in Sardegna, che ha avuto in precedenza la diffusione del sierotipo presente ora in Piemonte: il BTV-8, che al contrario di altri può risultare mortale anche per i bovini, ma in casi molto rari. Uno è stato registrato in agosto a Pinasca. La causa del decesso direttamente collegata alla Blue tongue è stata suffragata dalle conclusioni dell'anatomopatologa. In genere i bovini sono asintomatici, ma il virus permane molto a lungo nel loro sangue, quindi fungono da serbatoi.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI FAVORISCONO LA DIFFUSIONE
Si ritiene che i primi insetti veicolo della "Lingua blu" siano arrivati in Europa tramite l'importazione di piante dall'Africa, dove la malattia è endemica, all'Inghilterra. A metà degli anni Novanta un'epidemia si diffuse in Belgio e Francia, arrivando in Italia (importatrice di vitelli) tramite la Val Varaita. La Regione Piemonte fermò la diffusione del virus al resto del Nord Italia eseguendo campagne da 3 milioni di vaccini per due anni consecutivi. Alcuni sierotipi del virus sono diffusi al Sud, in Sardegna e Sicilia. I cambiamenti climatici hanno contribuito a creare un ambiente caldo e umido ospitale per l'insetto. In particolare le consistenti piogge di giugno seguite dalle alte temperature di agosto hanno costituito l'habitat ideale caldo e umido per gli insetti veicolo del virus.
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Paola Molino