Alluvione a Perosa Argentina: il paese delle 49 frane anticipa i costi di opere ciclopiche, e i rimborsi non arrivano

Alluvione a Perosa Argentina: il paese delle 49 frane anticipa i costi di opere ciclopiche, e i rimborsi non arrivano
Venerdì 5 Aprile 2024 - 12:31

Il paese delle 49 frane: un triste record quello di Perosa Argentina, il cui territorio è stato colpito in modo pesantissimo dall'alluvione del 2016. Ieri, giovedì 4 aprile 2024, i progettisti e l'Amministrazione comunale hanno incontrato gli abitanti della borgata Briera, vicina a un mastodontico intervento in via di conclusione per contenere il rischio idrogeologico sul rio omonimo.

Moltissimo sarebbe ancora da fare, per cifre molto maggiori di quelle già spese. Eppure nemmeno i 450mila euro già assegnati dal Governo per i lavori conclusi e rendicontati 14 mesi fa sul vicino rio Ciapella sono stati rimborsati al Comune, costretto ad anticparli per pagare le imprese. In questo modo per l'ente le difficoltà aumentano.

L'incontro con gli abitanti

 

IL RIO BRIERA E IL RIPOPOLAMENTO DELLA BORGATA

L'incontro con gli abitanti era utile a trovare una soluzione per derivare l'acqua da portare in borgata per alimentare la fonte comune, gli animali, gli orti. Il nucleo è piuttosto abitato: quattro le famiglie residenti, diciannove famiglie complessive considerando le seconde case: «Negli ultimi anni le agenzie immobiliari si sono date molto da fare e hanno occupato quasi tutte le abitazioni» racconta un'abitante fissa della borgata. E di borgate lungo il corso del rio ce ne sono altre due: Grange e Lageard, quest'ultima di nuovo piuttosto popolosa.

 

 

La derivazione è un dettaglio finale, anche se molto importante per gli abitanti. L'opera da 645.000 euro (un milione con gli oneri di sicurezza e la progettazione al netto dei ribassi) è stata invece ciclopica. Ed è solo una prima fase di ciò che servirebbe. L'impresa Costruzioni Ruberto, con la direzione lavori dell'ing. Paolo Vaschetto della Sereise ingegneria e la collaborazione della Essebi ingegneria, sta portando a termine circa 300 giorni di lavoro per limitare i danni che una nuova colata detritica potrebbe causare a partire da quel rio, soprattutto sulla Strada regionale 23, dove nel 2016 sono scesi circa cinque metri di detriti su un ampio fronte. Una montagna scesa a valle, a partire da un corso d'acqua molto piccolo.

 

La visita al cantiere

 

Per limitare la pendenza e frenare una eventuale nuova colata è stata costruita a monte una briglia trasversale di 55 metri, con una vasca a monte e una strada a valle per raggiungerrla. «Mancano un paio di settimane di lavori per mettere i tiranti alla briglia e concludere alcune opere» ha spiegato Vaschetto. È stata richiesta anche un'idrosemina per rinverdire e rendere più naturale il versante tra i tornanti della strada. In ogni caso non c'è calcestruzzo a vista: sono state usate pietre o come materiale d'opera o come rivestimento.

Il problema è che a fronte di questa opera già imponente, servirebbero altri lavori per un costo complessivo di 4 milioni di euro per mettere davvero in sicurezza il corso d'acqua e scongiurare un'altra colata sulla ex statale. Ma in quel caso il progetto è a livello preliminare e i finanziamenti tutti da trovare: «Servirebbero altre due vasche più a valle, andrebbe reindirizzato l'ultimo tratto del rio costruendo una protezione a scogliera, e andrebbe ricalibrato l'attraversamento sotto la statale: la pendanza di quello già realizzato non è sufficiente ed è già quasi di nuovo pieno di detriti» ha spiegato il direttore lavori.

 

La strada che sale alla briglia.

 

IL RIO CIAPELLA E I SOLDI CHE NON ARRIVANO

«Stiamo ancora aspettando i 450mila euro per i soldi che la Regione Piemonte ci deve per i lavori sul rio Ciapella. Noi Comuni questi fondi per le alluvioni li stiamo tutti anticipando. E non siamo gli unici in Regione». La sindaca Nadia Brunetto insiste sul problema: «Noi eravamo in grado di pagare la ditta. Ma abbiamo rendicontato i 450mila euro nel febbraio 2023 e dopo 14 mesi la Regione ancora non sa cosa dirci, perché non riceva da Roma i soldi da darci, anche se erano stati assegnati all'opera». Nel frattempo le briglie realizzate si sono già riempite (questo è normale, vista la loro funzione) e svuotarle è costato 85mila euro, lavoro per il quale la Regione Piemonte ha contribuito con 40mila euro, il resto è rimasto a carico del Comune.

«Con costi di questo genere per noi è difficilissimo andare avanti, senza i denari che lo Stato ci deve - conclude la sindaca -. Immagino il problema per Comuni ancora più piccoli e con minori risorse, diventa impossibile».

 

News modificata il 9/4/24 alle 8:52 con la precisazione sull’importo delle opere sul rio Briera.

 

Luca Prot
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