Villafranca, acqua color latte nella bealera del Mulino: il presidente dei Pescatori, «non abbiamo rilevato criticità»
Ieri, martedì 9, le acque della Bealera del Mulino a Villafranca hanno assunto una colorazione biancastra. Immediato il tam tam sui social locali con una serie di post e foto a domandarsi cosa fosse successo. Cristiano Rubbi, presidente dell’associazione “Liberi pescatori” spiega: «Da quanto abbiamo potuto appurare, probabilmente è stato qualcuno, verosimilmente nella zona dei Giardini Carando, che ha lavato un contenitore dov'era ancora depositata della vernice. Poi ha smaltito il tutto in un tombino che, attraverso la condotta, ha scaricato nella bealera». Vi sono stati danni ai pesci? «Non abbiamo rilevato criticità. Praticamente a monte dei giardinetti l’acqua era perfetta, tutta pulita, mentre il breve tratto a valle, sino alla confluenza nel Po, era così sporca».
Al momento non risultano segnalazioni particolari alle forze dell’ordine. In passato il corso d’acqua era stato oggetto di fenomeni d’inquinamento che avevano interessato anche l’allevamento gestito dall’associazione pescatori in via Piave.
Proprio il tratto in cui sarebbe avvenuta l’immissione della sostanza biancastra è stato oggetti nei giorni scorsi di una delibera della Giunta comunale per opere di compensazione ambientale. «Si tratta del progetto di compensazione alla variante al Piano Regolatore Generale di Scalenghe, presentata dalla società ASCAI (azienda scalenghese di costruzioni zootecniche, ndr) per la realizzazione di un piazzale per attività produttive in “Regione Infermera”, con la previsione dell’esecuzione di opere ambientali individuate sul territorio di Villafranca», ha spiegato il sindaco Bottano nella sua relazione alla Giunta. Nel dettaglio viene proposta la messa a difesa dello spondale sinistro tramiti semplici palificate in castagno scortecciato, l’inserimento di una rete in geo juta a maglie per il contenimento della parete palificata e successivo impianto di talee di salice a garantire stabilità alla struttura. Il tutto con lo scopo di incrementare il valore ecosistemico dell’area. L’intervento costa 14.790 euro a spese della ditta ASCAI. Molti si augurano che i lavori si attuino a breve considerata la zona, in cui spesso è stata rilevata l’esuberante presenza di nutrie. Ne abbiamo parlato su L'Eco del Chisone da oggi in edicola.
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Paola Molino