Seggiovia ferma e bar chiusi la sera: a Crissolo è polemica
Seggiovia ferma e bar chiusi dopo le 21,30: è la fotografia di Crissolo, il più turistico dei Comuni dell’alta Valle Po, nelle settimane centrali di agosto. Nelle scorse ore sui social è montata la polemica, alimentata da villeggianti e turisti, per una situazione che in molti non ritengono degna di un paese turistico.
«Mi domando come sia possibile lasciare andare alla deriva questo splendido posto [...] che ho visto via via perdere attività servizi e turisti», si chiede Monica Fabris, di Torino, che frequenta l’alta valle da 50 anni. Le fanno eco in tanti. «È possibile, in pieno agosto, uscire la sera per un gelato o una birra e trovare tutto sempre chiuso alle 21,30? Certo che poi i ragazzi optano per altri luoghi».
Seggiovia chiusa
Lo scorso aprile il gestore degli impianti di risalita, la Sipre di Gabriele Genre, aveva annunciato di voler rinunciare alla gestione degli impianti di risalita: la seggiovia (di proprietà del Comune) e le due sciovie Granero Lungo e Ghincia Pastour (di sua proprietà). Diceva inoltre di voler cedere al Comune entrambe le sciovie. «Siamo disposti a tenere aperti gli impianti in estate - disse Gabriele Genre all’Eco del Chisone, a giugno - ma non andremo oltre». Non è stato così, dal momento che quest’estate i seggiolini non si sono mai mossi.
Di chi è la colpa?
Il sindaco Fabrizio Re in questi giorni è al lavoro in municipio proprio su questa partita. «È una situazione complicatissima frutto di 30 anni di convenzioni, autorizzazioni e ricorsi. Stiamo cercando di risolverla da quando mi sono insediato, ma non è semplice». Una situazione che non riguarda solo la proprietà e la gestione degli impianti, ma anche gli Usi Civici (un istituto medievale: se un terreno ne è gravato, il proprietario o il gestore devono pagare una somma annuale alla comunità), una centralina idroelettrica a Pian della Regina (parzialmente abusiva, a detta del Comune e del Consiglio di Stato), un contributo da 880 mila euro fermo in Regione in attesa che su Crissolo si schiariscano le nebbie, e non ultima un'indagine della procura.
Perché il Comune non fa aprire qualcun altro?
La gente si chiede perché semplicemente il Comune non affidi a qualcun altro l’apertura della seggiovia. Da quando la Sipre ha detto di voler rinunciare agli impianti, gli avvocati della società e quelli del Comune si stanno confrontando per risolvere alcune questioni. A quali condizioni la Sipre rinuncerà a gestione e proprietà? La lettera di aprile non lo specifica. Rinuncia solo agli impianti o anche ai locali di ristorazione? Dovrà pagare delle penali per una rinuncia prima della scadenza della convenzione? Ma soprattutto: in virtù di quale convenzione la Sipre ha gestito fino allo scorso inverno gli impianti di risalita di Crissolo?
Presto un incontro pubblico
«Nel giro di pochissime settimane - annuncia il sindaco Fabrizio Re - convocheremo un Consiglio comunale in cui spiegheremo quello che possiamo spiegare senza interferire con le cause legali, e annunceremo alcune novità. Mi auguro che molto presto si arrivi alla parola fine».
Il prossimo inverno?
Per il momento al prossimo inverno non ci pensa nessuno. Ad oggi è impossibile dire se gli impianti di risalita apriranno oppure no il prossimo 8 dicembre. Sipre ha detto che non intende farlo, mentre l’Amministrazione è concentrata a risolvere la matassa burocratica per poi ripartire da zero.
Nel frattempo, come fa notare un utente su Facebook, «Pian Munè ringrazia».
Foto di Monica Fabris su Facebook
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Paola Molino