Elezioni comunali: «Troppe liste uniche e farlocche, serve provvedimento normativo»

Elezioni comunali: «Troppe liste uniche e farlocche, serve provvedimento normativo»
Lunedì 6 Giugno 2022 - 17:00

Domenica 12 saranno 978 i Comuni italiani chiamati a rinnovare sindaco e Consiglio comunale, e anche in questa tornata non mancano i paesi con una sola lista candidata. Il Piemonte ha il triste primato: in 30 comuni c’è un solo candidato alla carica di primo cittadino. 

Le cause sono molteplici e difficili da analizzare e secondo Uncem, il sindacato degli enti montani, serve una revisione del Testo Unico degli Enti Locali che modifichi profondamente l’assetto delle autonomie locali. «Anche attraverso un “Sinodo dei Comuni” da convocare urgentemente - dice Uncem - perché nessuno si salva da solo, neanche un sindaco con il suo Consiglio. 

«Sono lontane le stagioni nelle quali i partiti vivi e una fiducia collettiva forte nella Politica e nelle Istituzioni - dice il Presidente Uncem Marco Bussone - generavano maggiori passione, mobilitazione, impegno. La situazione oggi è molto complessa. Nessuna condanna per le liste uniche e nessun giudizio, ma analisi». 

Da quest’anno i Comuni con meno di 15 mila abitanti con una sola lista candidata il quorum per rendere valida l’elezione sarà del 40% più uno degli aventi diritto di voto, e non del 50 più uno come in passato, e almeno il 50% delle schede dovrà essere valido. Se le soglie numeriche non vengono rispettate l’elezione non è valida e il Comune viene commissariato.

Bussone solleva poi il problema delle liste “farlocche” nei piccoli Comuni, ovvero composte da persone che non hanno legami con il paese in cui si candidano né un vero interesse ad amministrarlo. «Non essendoci nei piccoli Enti obbligo di raccogliere firme per presentare lista di candidati Sindaco e Consigliere - spiega bussone - arrivano da ogni dove liste farlocche, nate per prendere qualche Consigliere, volute da partiti politici, da ideologie che si trasformano in liste, da chi vuole portare a casa qualche ora di permesso per il mandato elettivo o esercitare una funzione che ha poco a che fare con la democrazia, essendo molte di queste liste completamente avulse dalle comunità e senza alcun legame con i territori. Apprezzo il lavoro che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sta facendo per intervenire per evitare queste situazioni, inserendo un numero minimo di firme da raccogliere nei Comuni di mille abitanti. Dieci, quindici, venti firme nei piccoli Comuni: sono personalmente d'accordo. Una necessità che non inficerebbe di certo le “candidature territoriali” ma metterebbe invece fuori gioco le liste farlocche con simbolo e programma identico in cinque, dieci, venti Comuni di un territorio. Liste e situazioni delle quali, nei territori, facciamo volentieri a meno».

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Paola Molino