Bonus montagna in Piemonte: in arrivo i ristori per il turismo dello sci («rifugi inclusi»)
Il Consiglio regionale del Piemonte ieri ha ratificato la decisione della Giunta Cirio di destinare oltre 20,5 milioni di euro sotto forma di ristori una tantum a fondo perduto all'economia montana e agli esercizi commerciali che hanno subito le restrizioni più penalizzanti a causa della pandemia da Covid-19, come la mancata apertura degli impianti sciistici. In altre parole, il "bonus montagna" per una lunga serie di beneficiari che riportiamo qui di seguito.
RISORSE LIBERATE DAL GOVERNO
La “delibera contenitore” era stata approvata urgentemente dalla Giunta Cirio per approfittare in tempo del meccanismo garantito Decreto legge 157/2020, vale a dire il "ristori quater", che però non prevedeva esplicitamente risorse per la montagna, attese invece nel "quinquies".
E allora le risorse necessarie da dove provengono? Si tratta sempre di risorse dello Stato liberate dal "Decreto ristori 4", ma attraverso un meccanismo particolare. Il testo del DGR n. 2 - 2737 ratificato dal Consiglio regionale ieri, di fatto assegna al "bonus montagna" le risorse liberate nel bilancio regionale dal Decreto legge 157/2020, che dava alle Regioni a Statuto ordinario contributi per finanziare la quota capitale dei debiti finanziari in scadenza nell'anno 2020. La cifra corrispondente per la Regione Piemonte è appunto di 20.568.026,32 euro: la Regione li ha dati a Finpiemonte, liberando risorse equivalenti per il bonus.
Lo stesso decreto del Governo imponeva alle Regioni di assegnare le risorse entro il 31 dicembre 2020, oppure riversarle nel bilancio dello Stato. Ecco quindi la variazione di bilancio approvata in fretta dalla Giunta regionale alla fine di dicembre con codici Ateco generali e ratificata ieri dal Consiglio. In questi giorni l'assessorato competente, sentita la relativa Commissione consiliare, sta definendo nel dettaglio le quote di riparto e i criteri di individuazione dei beneficiari (con i relativi codici Ateco). Avranno un peso parametri come la collocazione in Comuni montani, l’altimetria, la densità di popolazione e le sedi delle attività economiche.
Ora gli organi regionali competenti aspettano di poter coordinare il bonus con le risorse specifiche per la montagna attese nel "Ristori quinquies", che è in fase di scrittura a Roma in queste ore.
I BENEFICIARI
• gestori degli impianti di risalita o fondo che garantiscano l’eventuale riapertura degli impianti qualora possibile;
• esercizi commerciali di vendita al dettaglio di abbigliamento;
• attività di noleggio e leasing di articoli sportivi e per il tempo libero;
• ristoranti e attività di ristorazione mobile;
• agenzie di viaggio e tour operator ed ai Club sportivi iscritti alla Federazione italiana sport invernali.
• guide alpine e naturalistiche;
• maestri di sci;
• attività ricettive alberghiere ed extra-alberghiere;
• negozi all'interno dei centri commerciali soggetti a chiusura, le attività ricreative e di trasporto turistico.
E I RIFUGI?
Voci contrastanti hanno riguardato in questi giorni la presenza dei rifugi montani tra i possibili beneficiari dei ristori. L'europarlamentare leghista Alessandro Panza ha dichiarato «Vergogna! Nessun ristoro per i rifugi alpini, questa la decisione della maggioranza compatta alla Camera che ha bocciato la richiesta di riconoscere i ristori ai rifugi alpini esclusi dai bonus per bar e ristoranti perché non compresi nei codici Ateco primari».
In realtà i suoi emendamenti erano al Decreto Natale, che raggruppa i primi quattro decreti ristori. Al momento della conversione di ieri alla Camera quelle risorse erano già tutte opzionate e spese: circa una cinquantina di miliardi applicati nei vari bonus dall'Agenzia delle Entrate. Non potendo essere aumentate, è stato assunto un ordine del giorno che impegna a inserire i rifugi e le altre categorie della neve nel ristori quinquies. Staremo a vedere.
Sul versante regionale piemontese il consigliere leghista Valter Marin conferma l'inclusione dei rifugi nel bonus: «In precedenza avevamo distinto tra rifugi e alberghi, ma in questo ultimo decreto portato ieri alla ratifica in Consiglio regionale indichiamo la categoria generale delle strutture ricettive, dove saranno ricompresi anche i rifugi alpini».
«NON SOLO TURISMO»
«E’ importante evidenziare che la montagna rappresenta un problema più ampio: non è soltanto turismo, ma è costituita da tutte quelle persone e da tutte quelle attività produttive che la tengono viva. Parliamo dei ristoratori, dei piccoli artigiani, dei camerieri, dei piccoli negozi. Dietro tutto questo ci sono famiglie, vite che devono essere supportate, soprattutto in un momento tanto delicato» precisano affermano il Presidente del Gruppo Pd Raffaele Gallo e il Consigliere regionale Daniele Valle.
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Paola Molino