Sestriere: prime curve per gli atleti di interesse nazionale, il sindaco: «Si poteva aprire anche ai turisti»
In seguito all’accordo raggiunto tra il Comune di Sestriere e la Sestrieres Spa, è cominciata a Sestriere l’apertura graduale di piste e impianti per consentire l’attività sportiva agli atleti di interesse nazionale seguiti dagli Sci Club locali.
Ieri, domenica 27 dicembre 2020, le sciovie Baby DX e SX hanno aperto esclusivamente per loro. Nel frattempo si sta lavorando per completare la preparazione di altre piste ed aprire anche la seggiovia Cit Roc, per consentire le prime curve anche sulla parte finale della pista Standard e Kandahar di Sestriere.
Un passo verso il ritorno alla normalità sia pur indossando rigorosamente casco, maschera e mascherina ed organizzati meticolosamente dai maestri e allenatori degli Sci Club, allineati alle disposizioni in materia del comitato tecnico scientifico, condivise attraverso uno specifico protocollo diramato appositamente dalla FISI.
Gli impianti di innevamento programmato a Sestriere, complici le temperature abbondatemene sotto lo zero per tutto l'arco delle 24 ore, sono entrati in funzione a pieno regime in virtù del protocollo siglato lo scorso 11 dicembre tra Comune e Sestrieres S.p.A.
«Questa prima giornata riservata agli atleti di interesse nazionale degli Sci Club della Vialattea – spiega il Sindaco di Sestriere, Gianni Poncet - è stata la testimonianza di come, applicando norme e controlli, si poteva aprire già da Natale anche ai turisti. Turisti che siamo pronti ad accogliere dal prossimo 7 gennaio, nel pieno rispetto dei protocolli dettati da Governo e FISI, compatibilmente con la situazione epidemiologica e sanitaria. Un primo passo per riavviare l’economia delle nostre montagne senza mai abbassare la guardia ma convivendo con questa situazione di emergenza. Lo sci alpino è uno sport come tutti gli altri e, come abbiamo dimostrato oggi, è possibile svolgerlo con le dovute precauzioni che siamo tenuti a rispettare ogni giorno a prescindere da dove ci troviamo e da cosa facciamo. Tanto più qui in montagna dove abbiamo a disposizione ampi spazi per garantire il rispetto del distanziamento sociale».
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Paola Molino