Elezioni Europee, Regionali, Comunali: guida al voto

Elezioni Europee, Regionali, Comunali: guida al voto
Sabato 25 Maggio 2019 - 12:38

Tutto ciò che occorre sapere per votare domenica 26 maggio alle consultazioni elettorali per l'Europa, la Regione Piemonte e i Comuni coinvolti nella tornata elettorale.

Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica 26. Per esprimere il diritto di voto è necessario recarsi alla propria sezione elettorale e mostrare agli scrutatori due documenti: la tessera elettorale - con la quale si attesta la regolare iscrizione del cittadino nelle liste elettorali del Comune di residenza -, un documento di identità (carta d’identità, patente, passaporto ecc.) valido ovvero non scaduto. Nel caso sia necessario il rinnovo della tessera elettorale (gli spazi per i timbri sono stati tutti riempiti) o sia stata smarrita, è necessario presentarsi allo sportello dell’ufficio elettorale o dell’anagrafe di circoscrizione del proprio Comune con la tessera da sostituire e un documento. Il rilascio della nuova tessera è immediato.

 

EUROPA

Scheda grigia, spazio alle donne Per il rinnovo del Parlamento europeo si voterà in tutta la Ue, ma non nell’identico giorno, anche se poi i risultati verranno resi noti solo quando tutte le operazioni di voto saranno concluse. Il 26 maggio saremo chiamati ad eleggere la nostra quota di rappresentanti, in tutto 73 seggi. Non è prevista invece l’elezione di un presidente, anche se ciascuna formazione è tenuta a indicare un proprio uomo di riferimento.. Il territorio italiano è diviso in 5 circoscrizioni: il Pinerolese naturalmente è compreso in quella Nord-Occidentale.

La preferenza si esprime tracciando una x sul simbolo del partito o alla coalizione. È possibile indicare fino a tre nomi di consiglieri/e che si vorrebbe far eleggere. Nel caso di tre preferenze, occorre che almeno una sia di diverso genere ovvero non si possono votare tre donne o tre uomini. Non è previsto il voto disgiunto.

In Italia è posta invece una soglia di sbarramento per le liste, mentre il numero di parlamentari eletto è conteggiato con il sistema proporzionale.

 

REGIONE

Scheda verde, c’è il voto disgiunto Dei tre voti che saremo chiamati ad esprimere nell’Election day del 26 maggio quello relativo al rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione diretta del presidente, è forse quello più complicato e a cui dovremmo prestare maggiore attenzione. Innanzi tutto da chiarire che si voterà in un’unica giornata e non è previsto ballottaggio. Il candidato presidente che prenderà un solo voto di più rispetto agli avversari, sarà proclamato vincitore. È prevista una soglia di sbarramento del 3% per i partiti, al di sotto della quale non si ha diritto a entrare in Consiglio.

Si dovranno inoltre eleggere i 50 consiglieri che andranno a comporre il Consiglio regionale. Il sistema elettorale per il Piemonte è misto, ovvero in parte proporzionale con cui saranno eletti 40 consiglieri e in parte maggioritario. Quest’ultima opzione riguarda il cosiddetto listino del presidente, i dieci nomi che lo compongono

entreranno in Consiglio automaticamente in caso di vittoria del vincitore in modo da garantirgli la maggioranza per governare, altrimenti resteranno fuori. È previsto il voto disgiunto, ovvero è possibile votare un candidato presidente e anche una lista non collegata a lui. Dando invece il voto al solo simbolo di partito, la preferenza si riversa automaticamente sul candidato presidente, ma non viceversa, ovvero se si sbarra sul nome di quest’ultimo il voto non vai partiti che lo sostengono. È possibile infine indicare il nome di un candidato consigliere, in questo caso il voto varrà anche per la lista di riferimento e il candidato presidente.

I seggi sono suddivisi su base provinciale: 21 spettano alla Provincia di Torino e 5 a quella di Cuneo.

 

COMUNI

Se nel Comune c’è una sola lista Anche le liste uniche hanno un rivale, forse più temibile di un avversario in carne e ossa: è il doppio quorum, ovvero il quoziente minimo di voti richiesto perché l’elezione sia valida.

Per i Comuni con meno di 15mila abitanti, la legge è chiara: «Ove sia stata ammessa e votata una sola lista - si legge sul sito del Ministero dell’Interno -, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50% dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50% degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune. Qualora non si siano raggiunte tali percentuali, l’elezione è nulla».

Questo significa due cose: in primis che l’assenza, per l’elettore, di un’alternativa è ben lungi dall’essere sinonimo di superfluità del voto e, in secondo luogo, che il mancato raggiungimento del quorum porta come conseguenza al commissariamento, ovvero all’affidamento della gestione dell’ordinaria attività del Comune ad un Commissario nominato dalla Prefettura. Se è vero che la compresenza di tre schede dovrebbefavorire l’affluenza alle urne, è pur vero che iComuni con un numero importante di iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero - i cosiddetti Aire - partono con un bel po’ di svantaggio, dal momento che per questi ultimi

non è prevista, per le elezioni amministrative, nessuna forma di voto al di fuori dei confini nazionali; se desiderano dare la loro preferenza, gli Aire dovranno pertanto fare rientro in Italia e votare nel Comune di iscrizione elettorale. Se si aggiunge un clima di partecipazione dei cittadini generalmente ridotta ai minimi termini, ben si comprende il perché di campagne elettorali poco avvincenti, più impegnate contro l’astensionismo che a favore di un candidato.

Foto Allaix
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