A Pomaretto incontro sulla nuova legge elettorale regionale proposta dai Comuni montani
A Pomaretto questa sera, alle ore 21 nella sala del Teatro Valdese, incontro dedicato alla nuova legge elettorale regionale e in particolare alla proposta fatta dai Comuni montani, con Uncem, per cambiare le "regole del gioco" introducendo 50 collegi uninominali, uno per ciascun consigliere eletto. «Una proposta per ridare a ogni porzione omogenea di territorio piemontese la dignità e la certezza di avere un rappresentante a Palazzo Lascaris - commenta l'Uncem -. Un modo per riequilibrare un sistema che vede Torino città, forte di 900mila potenziali preferenze, esprimere una fetta importante di Consiglio regionale».
I promotori temono che senza una risoluzione delle sperequazioni, con le elezioni regionali del 2019, molti territori - anche intere province - rischino di restare senza rappresentante. La proposta presentata da cinque Comuni - Canosio, Pomaretto, Alpette, Druogno, Ostana - cinque anni fa in Consiglio regionale (come previsto dallo Statuto) va nella direzione di un fondamentale riequilibrio tra territori e rappresentanza. Eliminando preferenze e listino, pone al centro della partita 50 zone omogenee del Piemonte, di tutta la Regione, compresa Torino città che verrebbe divisa in 10 collegi, secondo le circoscrizioni. Uncem ha sostenuto la proposta dei Comuni e la scorsa settimana sono ripartite in Consiglio regionale le analisi delle proposte di legge in campo (sei) in vista della consultazione della primavera 2019 nella quale i piemontesi saranno chiamati a rinnovare Presidente e Consiglio regionale
Stasera a Pomaretto interverranno il Sindaco Danilo Breusa, i colleghi primi cittadini di Alpette Silvio Varetto, di Ostana Giacomo Lombardo, di Canosio Roberto Colombero, assieme al Presidente Uncem Marco Bussone. «Diremo che solo con la nostra proposta tutto il territorio si potrà sentire rappresentato - spiega Breusa - Le preferenze distruggono la rappresentanza delle aree rurali e montane, ma anche in quelle di pianura ad altra dispersione demografica. Con quel sistema, prevalgono logiche urbane, dove ci sono tanti voti. E la campagna elettorale dei candidati consiglieri rischia di avere costi troppo alti, per certi versi indecenti. Con il sistema che abbiamo proposto invece ricostruiamo il rapporto tra eletto ed elettore, con un patto di territorio, analogo a quello che noi sindaci facciamo con i cittadini. Tutti ci riconoscono e così deve essere per i Consiglieri regionali».
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino