Torino, panico in piazza San Carlo durante la partita della Juventus, la testimonianza di una pinerolese: «Io e mio figlio abbiamo avuto reale paura di morire»
«È stato allucinante. Pazzesco. Oggi, sui giornali, ho letto cose non veritiere. Non ci trovavamo affatto immersi in una bolgia da concerto rock. In piazza, a tifare la Juve davanti al maxi schermo, c'erano famiglie, anziani, ragazzi. Nel momento dell'esplosione, tutto appariva tranquillo».
«Il Real stava vincendo 3-1 e, sportivamente, ormai avevamo il cuore in pace, anche se nutrivamo ancora speranze di una rimonta»: così una madre pinerolese racconta i terribili ed angoscianti momenti di ieri sera in piazza San Carlo a Torino.
L'orologio segnava le 22.15: in quell'istante, un petardo, esploso in modo roboante, ha scatenato il caos. La folla ha pensato subito ad un attentato: un senso di terrore e paura si è diffuso in un amen.
Ormai siamo sotto attacco anche psicologico: «Una festa si è trasformata in puro panico. Io e mio figlio abbiamo avuto la reale paura di morire, di essere travolti dalla folla impazzita. So solamente che ci siamo messi a correre. Non ho più pensato a nulla, solo a scappare».
Adesso come state? «Mio figlio se l'è cavata con qualche livido e piccole escoriazioni. Però è profondamente turbato. Stesso mio sentimento e dei miei genitori, quando ho raccontato loro quanto accaduto. Mia figlia, fortunatamente, non è venuta a Torino con noi: l'angelo custode deve averla guidata nella scelta. Ha preferito vedere la finale a casa, da una amica. Di questo ringrazio il Cielo».
A turbare una situazione che sembrava calma è stato un rumore forte e improvviso: «Quel dannato forte botto - che una volta sarebbe stato inteso subito come un petardo un po' più forte di altri - ha rotto l'incantesimo. Ci siamo trovati, istantaneamente, catapultati in un autentico inferno. Il mondo - concedetemelo - sta diventando sempre più isterico, volgare e cattivo. Prego il Signore che nessuno abbia riportato ferite gravi» conclude la pinerolese.
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Paola Molino