Inceneritore Trm: «Altri due mesi a ranghi ridotti»
Il termovalorizzatore del Gerbido proseguirà la sua attività a ritmo ridotto per altri due mesi, almeno fino al 17 gennaio. Lo afferma in un comunicato la Città metropolitana, lo ha ribadito, mercoledì sera, il presidente della Trm, Boeri, durante l'incontro pubblico convocato dal Comitato locale di Controllo che fa capo alle amministrazioni dei Comuni confinanti con l'impianto (Beinasco, Grugliasco, Orbassano, Rivalta, Rivoli e Torino), svoltosi presso la cascina Roccafranca, in via Rubino 45 a Torino. Non è stato detto chiaramente da Boeri, ma pare evidente che il problema sia molto più grave di quanto affermato inizialmente. Non si tratterebbe infatti di un inconveniente dovuto a conferimenti errati, ma piuttosto a un problema di progettazione. Non a caso Trm nel chiedere la proroga dell'attività ridotta parla di «iniziative di scouting nazionale e internazionale per individuare soluzioni per modifiche impiantistiche appropriate in grado di risolvere iun modo permanente le problematiche scaturite dagli eccessivi livelli di mercurio rilevati». In poche parole al momento i tecnici di Trm non hanno trovato una soluzione (a parte la semplice rigenerazione del catalizzatore, ma alla lunga, si teme, il problema si ripresenterebbe), soluzione che a questo punto non potrà che essere molto onerosa (chi pagherà?). Intanto le aziende che conferivano i rifiuti all'inceneritore si stanno rivolgendo alle poche discariche attive, rischiando di far colassare il sistema.
Alla riunione del Comitato di controllo locale di mercoledì che non si riuniva in assemblea pubblica da oltre due anni, hanno partecipato funzionari dell'Arpa e dell'Asl che hanno snocciolato i dati sulle emissioni, da cui non risulta nulla di allarmante. «I presenti però si sarebbero aspettati qualcosa in più-afferma Giacomo Costantino, attivista del Movimento5Stelle che da anni segue le vicende legate all'inceneritore del Gerbido-innanzi tutto la verità su come sono andate le cose, su quando si è scoperto il problema e come mai non sia stato subito reso pubblico, inoltre ci sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sull'attività e sui bilanci del Comitato di controllo a distanza di due anni dall' ultima riunione pubblica». Conclude Costantino: «Mi è dispiaciuto soprattutto vedere gli amministratori dei Comuni coinvolti, di ogni colore, restare in silenzio»
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Paola Molino