Latte: primo accordo sul prezzo, incertezza rimane
Oggi, a Roma, è stato sottoscritto un primo accordo sul prezzo del latte. L ’accordo prevede per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al litro al quale va ad aggiungersi il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea. Complessivamente il prezzo dovrebbe attestarsi intorno i 36 centesimi. Al tavolo ministeriale sedevano le associazioni degli allevatori da una parte e i rappresentanti della multinazionale del settore caseario Lactalis, si deve quindi parlare di un primo importante, ma parziale accordo. Non per niente le associazioni degli allevatori piemontesi pur riconoscendo il valore dell'intesa si mantegono prudenti, vogliono capire se l'accordo verrà accettato anche dalle aziende piemontesi che nei giorni scorsi, con il presidente della Confindustria Biraghi, avevano dichiarato l'indisponibilità a concedere aumenti sopra i 34 centesimi. “Siamo moderatamente soddisfatti dell’accordo raggiunto a Roma sul prezzo del latte, ma auspichiamo che a livello regionale questo si traduca in azioni concrete e di reale utilità per la filiera -sottolinea il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -non ho ancora sentito in questi giorni dichiarazioni di caseifici disposti a pagare il nostro latte al prezzo ritenuto equo e dovuto, anzi semmai il contrario. Circolano infatti commenti e opinioni negativi circa possibili aumenti del prezzo riconosciuto agli allevatori; ciò non favorisce i rapporti all’interno della filiera e non fa bene al settore». Gli fa eco la Coldiretti: «Se l’accordo a livello nazionale troverà completa e corretta applicazione anche a livello locale arriveranno per i nostri allevatori 30 milioni di euro – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte - Dovremo fare in modo che tutte le industrie di trasformazione, oltre alla Lactalis, riconoscano al latte alla stalla questo aumento di prezzo. Di fondamentale importanza sarà anche l’apporto delle Istituzioni regionali piemontesi per poter arrivare non solo a questo risultato, ma anche ad incrementarne l’effetto».
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Paola Molino