Silvia: «Esserci non è abbastanza»

Il Pinerolese, terra di "sport per tutti" come sede di gare nel 2006, partecipa alle Paralimpiadi di Londra nel canottaggio, ambizioni nel tiro con l'arco

«Cosa voglio dire ai tifosi che mi seguiranno da casa? Beh… Mettete il dito sul video e spingete la barchetta!». Silvia De Maria è così: simpatica e dissacrante. Ma è soprattutto una grandissima atleta: capace di conquistarsi la seconda partecipazione alle Paralimpiadi dopo quella di Pechino 2008. La super-impresa consiste nel fatto che in Cina si è disimpegnata con la racchetta da tennis, mentre a Londra, tra pochi giorni, darà tutta se stessa in una gara di canottaggio. Un cambio totale di disciplina, allenamenti e muscolatura.
Raggiunta al volo lunedì sera, di ritorno dal sopralluogo al bacino di competizione di Eton Dorney, De Maria - che durante l’anno voga a Torino per la società Caprera - ha in testa un solo obiettivo: fare una grande gara. «Mi chiedono tutti se sono carica. E ci mancherebbe!», afferma scoppiando in una gran risata la 39enne di Piscina. Poi si fa seria: «Sono cresciuta molto come atleta. A Pechino ero felicissima anche soltanto di esserci. Qui, invece, voglio fare risultato».
Tutti sono a Londra per una medaglia, ovvio. Ma Silvia misura le sue ambizioni in modo diverso: «Qualunque cosa accada, voglio essere soddisfatta di quello che ho fatto». È ciò che più conta: «Esprimere in acqua il mio valore. Mi spiacerebbe andare via da qui con la sensazione di aver potuto fare di più».
In coppia con Daniele Stefanoni (la specialità si chiama doppio adaptive), sa di essere migliorata molto, grazie a una faticosissima preparazione sul lago di Gavirate (Varese): «Ma anche gli avversari - cinesi, francesi e australiani su tutti - non sono da meno». Su quale minutaggio bisognerà fermare il cronometro per guadagnarsi la parte alta della classifica? «Ogni bacino di gara va considerato a sé. Le condizioni sono troppo diverse per effettuare paragoni cronometrici», replica De Maria… (approfondimento nell'edizione in edicola)

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Paola Molino