«L'ho accoltellato, ma non volevo uccidere»
TORRE PELLICE - «Non ho colpito per uccidere, è stato solo per rabbia». Come in un raptus. Lunedì mattina Razvan-Adrian Cristea, 22 anni a novembre, ha parlato per quattro ore davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Battiglia. E ha confermato tutto ciò che aveva già confessato giovedì scorso ai Carabinieri e al pm Ciro Santoriello.
Ha affondato lui un grosso coltello da cucina nel petto del 31enne connazionale rumeno Mihaita Dajbog, che lo ospitava nella serata di martedì 6. L'uomo era sdraiato nel suo letto, a Torre Pellice. Ed è lì che i Carabinieri lo troveranno morto, due giorni dopo a mezzogiorno, dopo aver sfondato la porta dell'appartamento al primo piano della palazzina di viale Gilly 5/3.
A far infuriare tanto il giovane, secondo il racconto snocciolato davanti al giudice, sarebbero state provocazioni pesantissime a sfondo sessuale pronunciate nei confronti della sua ex-fidanzata. … (approfondimenti nell'edizione in edicola)
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Paola Molino