Silicosi: Inail risarcisce vedova del minatore

L'istituto non riconobbe il vitalizio, una sentenza lo obbliga a pagare

Dopo la sentenza favorevole sono arrivati anche i soldi: 64mila euro di arretrati e un vitalizio di 1.100 euro mensili. Alla sig.ra V.G. residente in Val Germanasca, tutto questo non restituirà il marito, afflitto da silicosi e morto nel 2006, ma un futuro più sereno, questo sì, potrà garantirlo.
La vicenda è conosciuta. L'iniziativa è stata presa dalla Cgil con i responsabili della Spi che si occupa di pensionati e del patronato Inca: si trattava di assistere la sig.ra V.G. nella causa contro la decisione dell'Inail di non riconoscere che la silicosi contratta dal marito lavorando nelle miniere di talco, oggi gestite dalla Rio Tinto Mineral-Luzenac, potesse essere stata una concausa del decesso dello stesso.
Il giudice Cristiano Baldi il 29 ottobre scorso diede ragione alla vedova condannando l'Inail a concedere alla ricorrente un vitalizio da assommarsi alla pensione di reversibilità dell'Inps. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino