«Voi non entrate». Ed è far west
LUSERNA S.G. - La solidarietà corre su Facebook. Sono tanti i messaggi di sostegno che i clienti del Cele Cult Bar stanno inviando ai titolari, dopo l'assalto subito la notte di venerdì da un gruppetto di facinorosi proveniente da Pinerolo.
Sedie rovesciate, vetri in frantumi, una porta sfondata: l'elenco dei danni subiti dallo storico locale del borgo lusernese è lungo. «L'importante è che nessuno si sia fatto davvero male - commenta Davide Payra, uno dei titolari -. E sono felice che sia stata fatta giustizia».
Gli aggressori sono stati rintracciati la notte stessa dai Carabinieri di Pinerolo, Luserna S.G., Bricherasio e Cumiana. Nel corso del parapiglia, qualcuno ha scattato una foto che ne ha permesso l'identificazione. Erano volti noti all'Arma. Cinque persone sono state bloccate in auto, mentre percorrevano la Provinciale della Val Pellice per tornare a casa, sottoposte a fermo e condotte al carcere di Saluzzo. Il loro arresto è stato convalidato nell'udienza di lunedì, di fronte al giudice Luca Del Colle: ora attendono il giudizio - il processo per direttissima è fissato il 7 giugno - agli arresti domiciliari. Si chiamano Luca De Rose, Cristian Sebastian Samuel, Alessandro Guglielmi, Filiberto Bernardo e Nicola Rivelli: tutti di Abbadia Alpina, hanno dai 26 ai 29 anni.
La vicenda aveva avuto un prologo sette giorni prima, quando un avventore si era comportato in modo molesto ed era stato accompagnato alla porta. Questi ha meditato vendetta per una settimana. Fino a quando, alle 2 della notte tra venerdì 14 e sabato 15, si è ripresentato in piazzetta Danna Falco. Il buttafuori del locale, scorgendolo, gli ha negato l'ingresso. In quel momento sono comparse le altre quattro persone ed è nato un parapiglia: «Hanno spinto dentro l'addetto alla sicurezza e sono entrati - racconta Payra -. Hanno iniziato a malmenarlo, sfruttando il fatto di essere cinque contro uno. Insieme ad alcuni clienti sono intervenuto per fermarli, ma erano davvero delle furie».
Scene da saloon. Per fortuna, senza conseguenze troppo gravi. All'ospedale sono finiti in due: il buttafuori (che guarirà in dieci giorni) e - per precauzione - la moglie del titolare, incinta al terzo mese, che nel parapiglia si è presa uno spintone (le analisi hanno escluso ogni problema).
«Siamo riusciti a trascinare i cinque fuori dal locale e abbiamo chiamato il 112», dice ancora Payra. Poi l'identificazione, grazie a una foto digitale.
«Ci tuteleremo in tutte le sedi - annuncia il titolare di Cele -. Abbiamo subito un danno d'immagine. Non vogliamo questo genere di cose nel nostro locale. Proprio per questo abbiamo un servizio di sicurezza, a tutela dei nostri clienti».
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Paola Molino