L'università di Pinerolo non conosce il suo destino

E i soci del consorzio Cuea ripianano il debito

Nel futuro già di per sé incerto della scuola universitaria Sumi di Pinerolo si affaccia un nuovo elemento in grado di renderne ancora più precaria la situazione. Le recenti elezioni regionali che hanno portato a un cambio al vertice nella Regione Piemonte stanno giocando un ruolo fondamentale nel mantenere la Sumi in stand by.

Alla vigilia della tornata elettorale, il sindaco di Pinerolo aveva ricevuto la prima bozza di convenzione per attivare un nuovo corso di laurea in città nell'ambito della facoltà di Economia di Torino (ricordiamo, per inciso, che la sede distaccata cittadina non ha attivato a settembre il primo anno accademico proprio in mancanza del rinnovo della fatidica convenzione). Il nuovo accordo, però, portava con sé un unico grande problema: la condizione che la Regione Piemonte s'impegnasse a erogare all'università di Torino i fondi dovuti per un'altra sede distaccata. Tutto questo perché la precedente Giunta regionale aveva deliberato per la Sumi l'erogazione del 50 per cento della cifra necessaria ad attivare un nuovo corso di laurea a Pinerolo (dei 3 milioni di euro da investire, la Regione ne dovrebbe sborsare 1 milione e mezzo). «Ora non resta che aspettare che la Giunta Cota ci comunichi se intende confermare o meno la volontà della precedente Amministrazione», spiega il sindaco di Pinerolo Paolo Covato. Una scelta non da poco, che peserà in maniera decisiva su tutti i fronti sui quali si gioca questa partita infinita.

Da un lato, le osservazioni che il Comune intende inviare alla Facoltà di Torino in merito alla bozza di convenzione ricevuta un mese fa: «Se la Regione non dovesse accettare la richiesta dell'università di ripianare il debito per la sede di Cuneo, della convenzione con Pinerolo non se ne farebbe più nulla», continua Covato.

Daria Capitani

(continua)
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