Streglio, sorte in mano ai giudici
Nuova udienza interlocutoria, quella di martedì 27 terminata intorno alle 13,30 davanti al giudice fallimentare Melania Cafiero. Anche in questa occasione non è stata pronunciata alcuna parola definitiva e quindi la palla ora passa al Collegio: la dott.ssa Cafiero (giudice relatore) sarà affiancata da altri due colleghi. A breve si riuniranno ed entro la prossima settimana sarà decisa la sorte della ditta Streglio di None.
Di fatto martedì mattina il giudice ha dovuto prendere atto che le posizioni delle due parti sono inconciliabili: da un lato l'industriale tarantino Antonio Borsci, che ha riaffermato (come già il 21 aprile) di poter ricapitalizzare l'azienda. A suo dire ci sarebbe una società disposta ad immettere soldi freschi per ridare ossigeno alla Streglio e così salvare i posti di lavoro (una settantina). Per farlo, Borsci chiede tempo e quindi un nuovo rinvio che gli consenta di risolvere la situazione.
Sul fronte opposto, i ricorrenti: vale a dire il pm Ciro Santoriello e i lavoratori (quattro) che, assistiti dall'avv. Maria Grazia Napoli, sostengono invece che la ditta non ha più futuro: non crisi momentanea di liquidità, ma irreversibile crisi strutturale. Per questo invocano il fallimento. Una drammatica eventualità che non da oggi incombe sull'azienda. Da alcuni anni infatti la Streglio, che pure è uno dei marchi dolciari più prestigiosi della Penisola, naviga in cattive acque. Da un paio però la situazione s'è fatta molto seria, con un continuo ricorso alla cassa integrazione e un progressivo calo dell'occupazione.
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Paola Molino