L'immigrato, capro espiatorio di questa crisi
Domenica 25 aprile celebreremo la Liberazione dalle truppe d’occupazione nazista e dai fiancheggiatori fascisti. Sono passati 65 anni da quell'opposizione militare e politica
contro l'invasione d'Italia. Ma oggi, una buona parte di italiani si sente nuovamente "occupata", con gli invasori che spingono alle porte. Chi sono i nuovi nemici?
Una parte della politica li descrive nuovamente stranieri, anche se questa volta arrivano dall'Est e dal Sud del mondo.
Una visione che, nonostante non corrisponda a realtà oggettive e concrete, sta prendendo piede, trasformando pregiudizi e suggestioni in pensiero diffuso.
Il timore che l'immigrazione possa avere effetti negativi sul benessere dei nativi è assai capillare anche se, di fatto, le ricerche sugli effetti dell'immigrazione sulla finanza pubblica sono tuttora scarse e i pochi studi a disposizione mostrano al momento un impatto positivo degli immigrati. I bilanci di qualsiasi consorzio per i Servizi sociali del Pinerolese dimostrano che il cittadino straniero immigrato pesa in maniera decisamente minore rispetto alle richieste dei cittadini italiani. Lo possono confermare anche le tante associazioni di volontariato: a chiedere oggi sono prevalentemente cittadini italiani. La crisi morde, le famiglie vanno in mille pezzi, le aziende licenziano e l'individuo va in difficoltà. E l'arabo che si incontra per strada, o il romeno vicino di casa diventano capri espiatori (la storia non se n'è fatta mai mancare: ebrei, cristiani, zingari, donne, negri, meridionali, ecc.). I nuovi nemici da combattere. Eppure molte aziende licenziano non perché sostituiscono il lavoratore italiano con il collega ucraino, ma perché preferiscono "delocalizzare", portare la loro "fabbrichetta" in un Paese dove la mano d'opera la paghi un tozzo di pane. È la globalizzazione, bellezza!
Sofia D'Agostino
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Paola Molino