Per il crack dell'Istituto Ferrero rinviato a giudizio un pinerolese

Con Oreglia, altri 5 per bancarotta fraudolenta

Andranno a processo in sei per il crack milionario dell'Istituto Ferrero di Alba, società operativa della Fondazione Ferrero intitolata ai fondatori della famosa industria dolciaria piemontese. Tra questi ci sarà pure un noto professionista pinerolese: Michele Oreglia (avv. Claudio Strata), 68enne consulente del lavoro con studio in via Massimo d'Azeglio 9 a Pinerolo e in via Bersezio 19 a Cuneo. Dal 1989 e fino alle dimissioni del marzo 2007 è stato presidente del Consiglio di amministrazione del Centro di riabilitazione "Giovanni Ferrero Srl", dichiarato fallito dal Tribunale di Alba nel dicembre 2008.

Nella primavera dello scorso anno, Oreglia venne arrestato con Paolo Sacchetto e Gabriella Costa, rispettivamente amministratore delegato e consigliere di amministrazione del Centro. Anche per loro (insieme ad Antonella Mignatta, Francesco Massolo e Pieruccio Cirio) il processo inizierà il 18 novembre in tribunale ad Alba. Lo ha deciso il Gup Rosanna Larosa, nell'udienza preliminare di giovedì 11 marzo. Le accuse sono di bancarotta fraudolenta e documentale, con distrazione di ingenti somme di denaro, bancarotta semplice, bilanci alterati, reati fiscali e finanziari. Il tutto, secondo il Pm Laura Deodato, provocò un danno al centro di circa 16 milioni di euro.

La vicenda del fallimento destò grandissimo scalpore non solo nell'Albese, dove Comune, istituti di credito e parrocchie intervennero con raccolte fondi a favore dei dipendenti, ma anche in Liguria (la Fondazione Ferrero gestì per anni l'istituto-socio assistenziale di Vado Ligure).

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Paola Molino