Pubblico o privato, purché funzioni
Servizio pubblico ad ogni costo? Non è detto. Prima di dare una risposta occorrerebbe considerare una serie di parametri: la qualità del servizio offerto, la garanzia per chi lavora (vengono o no praticati i contratti collettivi di lavoro?), i costi per la collettività. Tre parametri che probabilmente sono stati presi a campione dal sindaco di Perosa, Furlan, quando ha deciso che per l'asilo nido di valle non si poteva continuare così, scaricando tutti gli oneri sul suo Comune con un costo pro capite di quasi novemila euro all'anno, oltre alla quota pagata dai genitori.
Scelta, credo, dolorosa, ma mancando i presupposti di una diversa organizzazione e gestione dell'asilo, probabilmente Perosa dovrà rinunciare ad una struttura pubblica, affidandosi invece ad una cooperativa. Esattamente come fanno già molti Comuni.
La situazione emersa a Perosa costituisce la punta di un iceberg. Posti negli asili nido non tutti occupati, soprattutto nei piccoli Comuni (a Pinerolo, a novembre, una quarantina erano però in lista d'attesa) dove i nidi sono sorti nell'ottica di rispondere ad un'ipotetica esigenza delle famiglie. Tuttavia la crisi occupazionale e le migliaia di casi di cassa integrazione hanno diradato un po' le domande. Qualche genitore, suo malgrado in "cassa", preferisce tenersi i bambini, risparmiando anche sulla quota mensile.
Quote estremamente diversificate. Né il pubblico è sempre meno caro del privato. A Pinerolo, per il tempo pieno, in base agli scaglioni di reddito, le tariffe variano da 32 a 478 euro mensili (643 per non residenti); al micro-nido di Roletto si arriva a 420-480 euro, a Pomaretto 335 per i residenti, a Perosa dai 147 ai 273 (oltre 4,20 al giorno per i pasti), a Cumiana da 40 a 420. Se poi andiamo a consultare su Internet, in provincia di Torino o di Cuneo, le tariffe del pubblico e del privato non sono poi così dissimili.
Quindi non è sempre vero che nel pubblico il costo è inferiore. Dipende dal tipo di gestione, considerando anche che piccole strutture hanno costi fissi assai superiori. Avere poi due o tre posti liberi, su una capienza di venti, significa un maggior costo di 10-20.000 euro che, nel pubblico, ricade su tutta la collettività.
Al primo posto resta comunque la qualità del servizio offerto. Pubblico o privato è un elemento secondario. Vale per i nidi, così come vale per le strutture dedicate alla terza età. Se c'è una carenza è che il reddito famigliare, su cui si basano alcune tariffe, se all'origine è un reddito "evasore", costituisce un costo per tutti. Onesti e disonesti.
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Paola Molino