Il Pignatelli vuol tornare grande
VILLAFRANCA - In questi giorni, molte famiglie di Villafranca e di Vigone hanno ricevuto un dépliant inviato dall’Istituto Pignatelli per presentare il nuovo Consiglio di amministrazione. Il presidente Ezio Caffaro scrive: «Questo piccolo opuscolo vuole divulgare agli agricoltori di Villafranca e di Vigone l’attività del Pignatelli. Abbiamo tante idee e tanti progetti per riportare l’Istituto alla fama che aveva anni addietro».
Del Pignatelli negli ultimi mesi si è parlato molto ed è stato al centro di accesi dibattiti in Consiglio comunale. Si è discusso di nomine e di "poltrone", ma poco dell’attività di questo ente che negli anni passati aveva giocato un ruolo molto importante nella formazione dei contadini della zona e nella ricerca in campo agronomico. Per molti anni il Pignatelli è stato sede di una scuola agraria che poi si trasformò nell’Istituto agrario di Osasco. Fu nel Podere che venne inventato l’ibrido del "pioppo 214" che è ancora oggi il più utilizzato nella pioppicoltura.
Numerose sono le sperimentazioni oggi in atto, che rendono il Pignatelli un interlocutore di riferimento per gli agricoltori, in modo particolare, per la coltura del mais. Sono stati effettuati studi e prove sul trattamento insetticida della piralide, il principale pericolo per il granoturco. Prove di produzione consentono la stesura di tabelle relative a diverse varietà di mais (Dekalb e Pioneer). Sono state svolte anche numerose prove di concimazione che forniscono dati per intervenire rispettando le caratteristiche dei vari terreni, per non concimare più del necessario e per rispettare la direttiva dei nitrati. Infine, la sperimentazione delle micorrize - funghi che vivono a contatto con le radici e permettono lo sviluppo radicale e quindi l’assorbimento dei sali minerali e lo sfruttamento dell’umidità del terreno - può servire per il risparmio nella concimazione e l’utilizzo più razionale dell’irrigazione.
Il Pignatelli ospita una mostra permanente "Ali sul Po", curata dall’associazione Amici del Po, con 100 specie di uccelli; numerose fotografie e una raccolta di nidi offrono momenti di vita "privata" di animali che spesso sfuggono all’attenzione, nascosti nella vegetazione delle sponde del Po.
«Il nostro impegno - conclude Caffaro - è informare gli agricoltori e gli addetti della zona sui risultati delle prove; il dott. Silvio Marocco, dipendente del Podere, è sempre a disposizione per consigli tecnici gratuiti rivolti all’innovazione del settore».
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Paola Molino